BIELORUSSIA PAESE CHIAVE VERSO LA RUSSIA

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Aggiornamento dalla Polonia, su come stanno andando le cose sul confine russo dopo il blocco all’import europeo imposto da Putin. Il blocco rappresenta per alcuni operatori una vera grande opportunità, anche se non priva di rischi. Partiamo da questi ultimi.

La scorsa settimana alcuni camion di ortofrutta a carico completo provenienti dalla Bielorussa sono stati letteralmente assaltati e depredati di tutto il carico al posto di controllo di frontiera russo. Dopo alcune esperienze simili consecutive, gli esportatori bielorussi hanno smesso di mandare al confine bilici con carichi da 20 tonnellate (che evidentemente per i russi ‘puzzano di bruciato’ per cui qualcuno si sente in diritto di depredarli) e ora inviano mezzi più piccoli che trasportano 10-12 pedane di ortofrutta per volta che invece passano il confine regolarmente. Il prodotto risulta bielorusso. “Noi vendiamo ai bielorussi”, abbiamo sentito dire a Varsavia, “poi loro si arrangiano”. Alcune società a proprietà bielorussa ma di diritto polacco operano regolarmente a Varsavia e adesso hanno davanti prospettive d’oro. Sta succedendo, infatti, che con il passare delle settimane il prezzo di alcuni prodotti ortofrutticoli, le cui quantità in Russia vengono a ridursi a causa del blocco, salga e non si sa come la tendenza al rialzo potrà fermarsi se il blocco durerà o non ci saranno modi più o meno legali per aggirarlo in maniera molto più massiccia di quanto oggi avvenga. Quindi chi aggira il blocco sta facendo ottimi affari.

In Polonia si assicura che le grandi catene di supermercati russi hanno un peso politico sufficiente per far sentire la loro voce al governo di Mosca: entro due mesi, con l’arrivo del gelo, gli scaffali della gdo russa potrebbero assomigliare a quelli dei tempi bui del comunismo di stato e, non dimentichiamo, i russi sono tra i principali consumatori di frutta al mondo. Putin non ha vietato le importazioni di alcolici per evitare il malcontento di un popolo che beve parecchio ma, a medio termine, potrebbe veder calare la propria popolarità anche per il blocco dell’ortofrutta.

La Cina e altre provenienze – ci ha assicurato un importante operatore commerciale polacco – non sono in grado di sostituire i prodotti europei durante il lungo inverno russo. I moscoviti e i cittadini di San Pietroburgo non possono trasformarsi per ordini dall’alto in consumatori esclusivi di cavoli e di pomelo cinese dopo aver acquisito nuove abitudini per conquistare le quali avevano sospirato troppo a lungo”.

Tra Polonia e Bielorussia è in corso un vivace commercio ortofrutticolo. La Polonia raggiunge il confine russo anche attraverso Lettonia e Lituania che però sono in Europa e quindi sono sottoposte a blocco. L’unico confine diretto tra Polonia e Russia è quello con la piccola enclave russa di Kaliningrad. Anche da questo confine passano, ci è stato detto, carichi di ortofrutta, ma solo quelli non alla luce del sole, interdetti a tutti gli operatori che vogliano agire correttamente, che fatturano regolarmente eccetera. Un mercato nero, quello di Kaliningrad, che potrebbe però prosperare (sta già in parte prosperando) attraverso il collegamento marittimo tra l’enclave e il porto di San Pietroburgo. Autorità russe compiacenti sono disposte a chiudere tutti e due gli occhi. Per l’esportatore italiano la Polonia rappresenta comunque, alla luce degli sviluppi internazionali, un mercato più interessante di prima in attesa che con la Russia non si possa tornare a trattare direttamente e regolarmente. Il blocco – si assicura a Varsavia – non può durare oltre i due mesi, sarebbe troppo penalizzante per la Russia stessa.

 

Antonio Felice (da Varsavia)

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