Ridare dignità al settore ortofrutticolo del Lazio meridionale, danneggiato gravemente nella sua immagine da quanto asserito dalla giornalista del TG1 Rosita Rosa in un servizio andato in onda il 24 novembre e intitolato “Pesticidi illegali”.
Questo l’obiettivo di un messaggio inviato ieri, martedì 3 dicembre, dall’Unione Nazionale Italia Ortofrutta al direttore del telegiornale di RAI 1 Giuseppe Carboni, al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova e all’assessore di competenza per la Regione Lazio, Enrica Onorati.
Nel documento si legge che, relativamente al servizio andato in onda sul TG1 il 24 novembre scorso, le Organizzazioni dei Produttori del comprensorio del Basso Lazio lamentano “essere state veicolate al pubblico informazioni errate, distorte e fuori contesto“, tali da causare “un grave danno d’immagine” a realtà produttive riconosciute dall’Unione Europea e pertanto operanti secondo i dettami delle leggi comunitarie al fine di produrre ortofrutta “di alta qualità e sicura dal punto di vista fitosanitario, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori”.
La lettera è firmata dalle OP Agrinatura, Agrinsieme, Botticelli, COP, COS, Eurocirce, Futuro, La Flacca, Mediana, San Lidano Group, Sotea e Zeoli Fruit. E così si conclude: “Il sistema organizzato italiano e le Organizzazioni dei produttori ortofrutticoli presenti nella provincia di Latina adottano da anni le migliori tecniche di produzione integrata e biologica finalizzate a ridurre l’uso degli agrofarmaci e l’impatto sull’ambiente”.
Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, ha commentato: “Si è compiuta un’azione denigratoria nei confronti delle OP dell’Agro Pontino, che infanga un intero territorio ed è particolarmente grave perché si accomunano realtà virtuose con le agromafie, con i loro business illeciti tra cui quello dei pesticidi non consentiti dalla legge”.
E il direttore dell’Unione, Vincenzo Falconi, ha precisato: “I nostri associati rivendicano il diritto di replica. Vogliono giustamente sia loro riconosciuta la possibilità di mostrare quale livello tecnico sono stati in grado di raggiungere, i rigorosi standard osservati e le certificazioni adottate nelle loro aziende, che hanno tutte le carte in regola per produrre tanto e bene senza dover ricorrere a frodi, come invece asserito nel servizio andato in onda nel principale TG della RAI”.