Se il buondì si vede dal mattino, allora per i nuovi gestori del facchinaggio all’interno dell’Ortomercato di Milano si prospettano mesi d’inferno. Perché il primo giorno di lavoro della cooperativa Ageas – anzi, la prima notte – si è trasformato in un incubo. Con i grossisti sul piede di guerra, adesso, pronti a chiedere alla Sogemi un milione di euro di danni.
Questa la cronaca: merce che non si riusciva a scaricare, camion bloccati, muletti fermi dopo un paio d’ore di trasporto perché le batterie si erano scaricate, bancali buttati a terra e prodotti da cestinare, tensione alle stelle e decine di denunce visto che in mezzo al caos ci sono stati anche i furti di prodotti e materiale. Di solito a mezzanotte in via Lombroso arrivano i primi tir e alle cinque del mattino gli “sbancamenti” sono finiti, perché i prodotti devono necessariamente essere distribuiti alle varie attività commerciali. La frutta e verdura lasciata al sole per ore, invece di finire nelle celle frigorifere entro i 90 minuti fissati per legge. E da qui la furia dei grossisti, per ognuno di loro (denunciano) i danni economici si aggirano nei termini di qualche migliaio di euro.
Sogemi ha interdetto la Ageas in attesa di farsi spiegare cosa è successo e perché; compreso l’abbandono del piazzale dello scarico merci alle 7,30 del mattino, con i responsabili della ditta irreperibili ai cellulari e i dipendenti lasciati al proprio destino. Nonostante la nottataccia, al primo piano dell’edificio dell’Ortomercato alle undici e mezzo del mattino, tra occhiaie profonde e sbadigli di stanchezza, padroncini e facchini si sono ritrovati insieme, con i nervi a fior di pelle, contro le sgangherate “truppe occupanti” rappresentate dalla nuova cooperativa. Assemblea infuocata di quasi due ore e un obiettivo ben preciso: tornare ai vecchi assetti e ribaltare le determine di Sogemi, partecipata dal Comune con il 99,9 per cento.
Adesso sia i grossisti che le cooperative che gestivano il servizio prima di Ageas si ritrovano unite nel dire che la storia era già scritta, se solo qualcuno (Sogemi, Comune, ma anche i sindacati) avesse voluto ascoltarli. Nell’occhio del ciclone c’è sia la Ageas che l’appalto vinto dalla stessa lo scorso 10 febbraio. La cooperativa è accusata di aver vinto la gara con un’offerta economica a perdere. Non a caso Confcooperative e Legacoop appoggiarono il ricorso al Tar contro l’estromissione della propria aderente Clo, e in più si rivolsero sia al prefetto sia al presidente della commissione Antimafia, Nando Dalla Chiesa. Ageas oltre ai 250mila euro l’anno previsti dal bando da liquidare alla Sogemi per l’utilizzo delle aree di scarico, aveva promesso il versamento dell’8,88 per cento del fatturato realizzato alla società comunale. Mentre la ex Cooperativa Facchini (ora Clo), presente all’Ortomercato dal 1937, aveva messo in conto un 2,1 per cento di ritorno economico per Sogemi. Più di quella percentuale, spiegavano, i conti non sarebbero tornati.
"Se poi consideriamo che Ageas avrebbe dovuto fare grossi investimenti per le attrezzature, restava un mistero capire come avrebbero fatto. Lo si è visto: non avevano né le attrezzature né il personale adeguato", è la riflessione di Alberto Cazzulani. Ma il bando portava con sé un’altra rivoluzione. I singoli commercianti infatti avevano già dei propri dipendenti assunti per le operazioni di facchinaggio, quindi in sostanza ognuno pensava per sé. E contemporaneamente l’80 per cento dei prodotti veniva distribuito esercizio per esercizio. Con la nuova normativa invece il grosso sarebbe stato gestito da un’unica cooperativa di facchinaggio e in un unico centro di smistamento, cioè il piazzale dell’ingresso numero 4. Risultato: operazioni rallentate, imbottigliamento del traffico.
"Senza contare che di fatto quell’appalto legalizzava il caporalato e il lavoro a cottimo, un passo indietro di almeno quarant’anni di cui il Comune si è reso responsabile", dice Fausto Vasta, presidente dell’associazione che riunisce i grossiti, l’Ago.
"Abbiamo dato ad Ageas sette giorni di tempo per produrre una relazione che descriva le ragioni per le quali si sono verificati i disservizi — spiegano da Sogemi — ed enunci le azioni organizzativogestionali che saranno intraprese per garantire la regolare esecuzione delle prestazioni oggetto del servizio". Intanto tutto è tornato come prima, con la gestione “partecipata” del facchinaggio. Con 11 lavoratori dalle vecchie coop passati ad Ageas che rientrano alla base. I quali sperano di restarci: i nuovi entrati li pagavano di meno. (fonte: La Repubblica)