Ci crede ancora al progetto Opera Davide Vernocchi, nonostante i recenti ‘abbandoni’ che hanno portato la quota di mercato attribuibile all’organizzazione di pericoltori attorno al 23%. “Quando è nato il consorzio, ci eravamo posti come obiettivo di raggiungere e superare il 50% della rappresentatività dell’intera produzione; ad oggi siamo ben lontani da quel risultato ma continuiamo a sostenere la bontà di questo proposito e i valori attorno ai quali è nato e cresciuto il progetto”, afferma Vernocchi, a margine della presentazione del bilancio 2018 di Apo Conerpo (leggi news). “Tra gli elementi cardine – continua – c’è la fatturazione centralizzata; è ovvio che questo penalizza in parte il singolo produttore ma va a vantaggio della valorizzazione del sistema stesso. Su questo punto non si può scendere a compromessi. Chi non è disposto a collaborare senza prescindere da trasparenza e equità tra i soci può abbandonare il progetto”.
“A fine mese è in programma l’assemblea di Opera durante la quale si discuterà di questo e delle strategie da affrontare nel prossimo futuro alla luce del nuovo assetto societario. Sicuramente si parlerà anche dei nuovi piani di valorizzazione e si dovrà rivedere la comunicazione”, fa eco a Vernocchi il direttore generale del Gruppo Gabriele Chiesa.
“Nonostante tutto sono convinto che Opera stia facendo bene – esaurisce l’argomento Vernocchi -, basti pensare che la PLV media dedicata a pere (in ettari) nei primi 4 anni di vita del progetto è superiore del 22% ai 4 anni precedenti all’avvio di Opera”.
Chiara Brandi