CONVEGNO CSO 2, PUGLIESE: “VALORIZZARE PRODOTTI CON PREZZI EQUILIBRATI”

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In occasione del convengo organizzato del Cso a Bologna sul tema dei consumi (leggi news) il commento di Francesco Pugliese, intervenuto in veste di Presidente dell’ADM, si è focalizzato sulla riduzione della forbice tra qualità e prezzo. Il consumatore ad oggi è sempre più esigente, “si stanno sempre più razionalizzando gli acquisti e cresce la domanda di prodotti buoni e di qualità.

In certe filiere – commenta Pugliese – c’è ormai l’esigenza di valorizzare al massimo il prodotto mantenendo prezzi equilibrati”. Un esempio di ciò, riferisce il manager, è l’ottimo risultato ottenuto dalla promozione di ciliegie della varietà Ferrovia nei supermercati Conad: in 4 giorni sono stati venduti oltre 3.500 quintali di prodotto al prezzo di 5,60 euro/kg. “È necessario capire cosa produciamo – ha concluso Pugliese – per poi capire di cosa ha bisogno la filiera in un’ottica di ottimizzazione delle politiche interne”.

L’Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni ha ribadito l’impegno ad “accompagnare le diverse filiere del settore verso una rinascita della domanda attraverso politiche di rilancio dei consumi, mettendo in campo risorse come il PSR e i piani operativi approvati dalla Regione nell’ambito dell’OCM”. Il nuovo PSR, ha ricordato Rabboni, apporterà alcune importanti novità in termini di risorse destinate all’innovazione, alla costituzione di reti di impresa, alla cooperazione e alla promozione tra gli studenti.

In rappresentanza del mondo della produzione sono infine intervenuti Renzo Piraccini, Direttore Generale di Apofruit, Cristian Moretti, Direttore Generale di Agrintesa e Marco Salvi, Presidente di Fruitimprese. Piraccini ha sottolineato l’importanza della marca e dell’innovazione per acquisire nuove quote di mercato denunciando al contempo alcune mancanze della distribuzione nel sostenere la produzione.

Moretti, assumendosi l’impegno di migliorare la comunicazione verso il consumatore finale, ha ricordato la necessità di collaborare con la GDO. Infine Marco Salvi ha messo in guardia il comparto dal rischio di diventare “un paese che produce nicchie, ad esempio il bio, come la Francia. Dobbiamo riorganizzare le filiere – ha concluso – e ridistribuirne all’interno le risorse. La vera sfida è andare ad occupare gli scaffali in Europa; per farlo dobbiamo avere un programma comune e un sistema paese unito”.

L’ultima presentazione è stata di Laura Cantoni, Astarea Milano, che ha descritto le modalità di comunicazione del comparto ortofrutticolo. La prima evidenza sottolineata è data dalla differenza espositiva tra i rivenditori italiani e quelli esteri in base a criteri espositivi, cromatismi, prossimità del fresco e del preconfezionato, attenzione al setting complessivo, materiali utilizzati, informazione in-store. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Bruni, che seppur sacrificando il proprio intervento per non allungare eccessivamente le tempistiche, ha voluto sottolineare quanto emerso dal recente Rapporto Efsa. Secondo l’agenzia europea, i prodotti agroalimentari italiani con residui chimici oltre il limite sono appena lo 0,2% del totale, un valore di 8 volte inferiore a quelli della media europea (1,6%) e addirittura 32 volte più basso rispetto a quelli rilevati su prodotti di origine extra europea. (c.b.)

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