LUSIA (ROVIGO): PROVE INCORAGGIANTI CONTRO LA FUSARIOSI DELL’INSALATA

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Forse sta in un mix di lotta chimica, combinata a pratiche di lotta alternativa, il rimedio contro la Fusariosi (malattia fungina) dell’insalata. E’ il metodo che sembra dare maggiori risultati, come si è constatato nel “campo prove” organizzato a Lusia, in provincia di Rovigo, nell’azienda di Alessandro Braggion, presidente del Consorzio di tutela dell’Insalata Igp di Lusia.

 

Qui sono stati sperimentati tre metodi di lotta al Fusarium oxysporum f.sp. Lactucae: chimico, alternativo (uso di microrganismi utili di origine vegetale) e combinato (chimico e alternativo). Quest’ultimo è risultato il più efficace. Risultati incoraggianti. Lotta dunque difficile al fungo parassita saprofita, che colpisce mortalmente le piante di lattuga, ma non impossibile. I diversi metodi di lotta sono stati illustrati sul “campo prove” a tecnici, a coltivatori e a operatori del settore. L’iniziativa è stata promossa dal Consorzio di tutela dell’insalata Igp di Lusia in collaborazione con Veneto agricoltura e con l’Osservatorio delle malattie delle piante della Regione Veneto. Grandi attese, testimoniate dall’interesse che ha suscitato la dimostrazione: oltre un centinaio i partecipanti. Le prove sono state illustrate e commentate da Franco Tosini di Veneto Agricoltura, da Antonio Mingardo dell’Osservatorio malattie delle piante della Regione Veneto e dai tecnici Massimo Pezzuolo e Francesco Arrigoni di OPO Veneto.

 

La tracheomicosi, la malattia che deriva dalla presenza del Fusarium, si sta confermando micidiale per gli orti coltivati ad insalata, in quanto non ci sono a tutt’oggi metodi ufficiali di lotta. Si manifesta in particolare nei mesi estivi. Finora il solo rimedio veramente efficace è destinare i terreni infestati ad altre colture. Francesco Arrigoni (nella foto), responsabile della produzione e delle certificazioni di OPO Veneto: “Le prove fatte sul campo di Lusia danno indicazioni interessanti: servirebbero almeno altri due o tre anni per arrivare a conclusioni che diano un minimo di sicurezza. Sarebbe perciò bene poter continuare l’esperienza. Per ora registriamo risultati che fanno bene sperare, come è stato bene messo in risalto a Lusia”. Fonte: ortoveneto.it

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