CENSIS, SETTORE AGRICOLO ITALIANO 2° IN EUROPA MA SOLO 6° PER L’EXPORT

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Con un valore aggiunto superiore a 30 miliardi di euro, l’Italia è la seconda economia agricola europea, dopo la Francia, con un peso sul valore totale dell’Unione europea pari al 15,2%. E’ quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata per la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). Ma l’Italia si colloca solo al sesto posto tra i Paesi europei per volumi delle esportazioni, preceduta da Paesi Bassi (63 miliardi), Germania (61), Francia (55), Spagna (33) e Belgio (31).

Sono numeri che dimostrano come il nostro sistema agricolo non riesca ancora a organizzarsi al meglio per sfruttare il suo grande potenziale di crescita.

Più agricoltura nel futuro dell’Italia. Gli anni più recenti sono stati caratterizzati da un diffuso e inaspettato ritorno di attenzione per il mondo agricolo. Per l’82% degli italiani oggi il settore rappresenta un asset strategico del Paese per tornare a crescere: il 51% lo considera una fonte di ricchezza e di occupazione, il 31% ritiene che possa essere il nostro valore aggiunto in termini di competitivita’. E’ quanto emerge sempre dalla ricerca del Censis.

Il successo dell’agricoltura è anche nei percorsi formativi e il settore è ‘terreno fertile’ per le donne, con il 9% delle imprenditrici che opera nel comparto a fronte di una percentuale maschile che si ferma al 6,6. Se gli italiani vedono piu’ agricoltura nel futuro, anche il presente si colora di verde.

Fare l’orto e dedicarsi al giardinaggio non sono più attività per pochi affezionati, magari anziani. Un italiano su due coltiva un orto (e tra i giovani la percentuale non si riduce: 51%) e ancora di più sono quelli con la passione per il giardinaggio (70%). Giovani e start up guidano il rinnovamento. Anche nei difficili anni della crisi l’agricoltura ha continuato a rappresentare un importante attrattore di iniziative imprenditoriali. Dal 2010 a oggi sono nate 117mila nuove aziende, di cui 106mila in ambito agricolo e 11mila nell’agroalimentare. I due settori hanno rappresentato l’ambito di attività prescelto dal 10,1% degli imprenditori che hanno avviato un’impresa negli ultimi tre anni. E i giovani non hanno mancato di dare il loro contributo. Sono stati 17mila gli under 30 che hanno avviato un’impresa agricola a partire dal 2010: su 100 start up, 15 sono state create da giovanissimi.

Nell’agroalimentare il loro contributo sale al 18,3%. Così, se tra gli imprenditori agricoli con più di 40 anni il 43,5% ha al massimo la licenza elementare e il 31,2% la licenza media, tra i giovani il livello di istruzione aumenta significativamente.
Tra gli imprenditori agricoli 25-40enni il 45,3% è in possesso di un diploma di scuola superiore e l’11,2% ha una laurea, tra quelli con meno di 25 anni il 65,3% è diplomato e il 5,2% è laureato. Successo dell’agricoltura anche nei percorsi formativi. Tra il 2009 e il 2013, mentre e’ diminuito del 13,8% il numero complessivo degli immatricolati nelle università italiane, sono aumentati gli iscritti alle facolta’ collegate al mondo agricolo: +43,1% per scienze zootecniche e tecnologie delle produzioni animali, +22,9% per scienze e tecnologie alimentari, +18,6% per scienze e tecnologie agrarie e forestali. Il nuovo corso dell’agricoltura e’ al femminile.
Il settore agricolo infatti e’ un terreno fertile per l’universo femminile. Il 9% delle imprenditrici opera in questo comparto, a fronte di una percentuale che tra gli uomini si ferma al 6,6%. Le donne rappresentano il 31,2% del totale degli imprenditori del settore

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