L’INPS CHIEDE 3,8 MILIONI ALL’OP FRANCESCON PER CONTRIBUTI EVASI. “INFONDATO”

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Un verbale da 3,8 milioni di euro per aver pagato inesistenti trasferte in realtà per mascherare ore lavorate. È quello che l’ispettorato del lavoro di Mantova ha steso contro l’op Francescon, accusata di non aver versato presunti contributi per oltre due milioni (il resto della somma riguarda sanzioni) per abbassare l’imponibile. Come si legge in un articolo del Corriere della Sera nell’edizione di Bergamo, secondo l’accusa, l’azienda mantovana faceva figurare trasferte retribuite – 46,47 euro al giorno – per un paio di settimane al mese, per abbassare il costo del lavoro dal momento che le indennità di trasferta non sono soggette a contributi e fiscalità.

Le testimonianze di ex dipendenti

Gli ispettori dell’Inps, racconta il Corsera nell’edizione locale, negli ultimi hanno raccolto le testimonianze di ex dipendenti dell’azienda, partendo in particolare da una protesta, con tanto di sciopero, da parte di un lavoratore, risalente a quattro anni fa, riguardo al mancato pagamento di 30 euro al mese per la benzina del motorino, usato per spostarsi nei campi. Dalle ulteriori indagini, l’ispettorato ha poi tracciato un quadro a tinte fosche di una delle op più importanti del comparto ortofrutticolo italiano, la prima nella produzione e commercializzazione di meloni e angurie, con 50 milioni di fatturato con mille ettari coltivati tra le proprietà attorno a Rodigo, nel Mantovano, dove si trova la sede centrale, Licata (Agrigento) e Senegal.

Francescon: “accuse infondate”

Bruno Francescon

L’azienda, tuttavia, respinge con forza tutte le accuse (leggi qui nel dettaglio), definite “infondate”. “Operando in  aziende, presso cui sono svolti determinati servizi, che possiedono e coltivano  vasti appezzamenti di terreno ubicati nel raggio di almeno una trentina di chilometri dalla nostra sede – spiega Bruno Francescon, titolare dell’omonima società agricola – i dipendenti addetti alle attività agricole debbono spostarsi di continuo durante i periodi di raccolta in cui l’attività è intensa e deve essere completata in tempi idonei a non perdere il raccolto, magari con ulteriori spostamenti in giornata anche per far fronte anche a fenomeni metereologici. Per tali motivi  riconosciamo indennità di trasferta e un rimborso chilometrico quando si spostano. Per l’Inps si tratta invece di straordinari camuffati e ci chiedono quasi 4 milioni per asseriti contributi non versati. Una follia. In realtà è tutto in regola. Abbiamo presentato ricorso”.

Francescon ricorda come l’unica situazione di contrasto con alcuni ex dipendenti risalga a circa quattro anni fa, “quando sono stati allontanati una decina di ragazzi indiani che non facevano il loro dovere e aizzavano altri dipendenti contro la società. Dopo vari richiami sono stati allontanati e non gli è stato rinnovato il contratto. Ma noi abbiamo sempre agito con trasparenza e correttezza. I lavoratori sono tutti assunti regolarmente. Abbiamo le prove che i nostri dipendenti andavano e vanno  in trasferta. Avevamo anche stipulato un accordo sindacale. Smonteremo punto per punto ciò che ci viene contestato”.

“A livello operativo – vuole precisare Francescon – per noi non cambia nulla. La nostra attività prosegue normalmente, e i nostri piani di sviluppo, gli investimenti e i progetti sono confermati al cento per cento. Abbiamo contestato tutto e ci siamo attivati in autotutela. La questione finirà in tribunale”. (e.z.)

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