Ancora nulla di fatto. Nonostante le trattative in corso tra produzione e industria non si è ancora trovato un accordo sul prezzo del pomodoro per la campagna 2019, con il rischio che le quotazioni scivolino al ribasso.
Tuttavia l’Italia, con un raccolto 2018 pari a 4,65 milioni di tonnellate, è il primo produttore europeo di pomodoro da industria (il 49% del totale europeo) e il secondo produttore mondiale (quasi il 14% del volume totale), con un fatturato di circa 3,15 miliardi di euro e una forte propensione all’export che interessa il 60% della produzione in volume.
Per conservare questa posizione, come ricorda anche L’Informatore Agrario, i produttori chiedono alla controparte industriale prima di tutto di definire le condizioni contrattuali per tempo, per permettere una reale programmazione della campagna, magari con accordi di portata pluriennale. E poi bisogna partire dai costi di produzione, oggettivi, certificati, per definire un prezzo equo, che non strangoli le imprese agricole e che consenta loro di investire in innovazione, tecnologie e qualità. Inoltre va definita una griglia con una adeguata premialità legata alla qualità e penalità per i difetti, evitando che diventi uno strumento per cercare di riposizionare i prezzi in funzione dell’andamento stagionale.