Nel corso del 2013 nel Veronese la dannosità del temibile moscerino Drosophila Suzukii si è fatta particolarmente sentire sul ciliegio. Secondo i dati forniti dalla Camera di commercio di Verona, nel 2013 si è registrato un danno di circa il 30% di produzione di ciliegie non commercializzabili. La rapida diffusione nel Veronese rappresenta una sfida per la produzione cerasicola e dei piccoli frutti.
Questo piccolo dittero è un insetto opportunista, in grado di trasferirsi sia su piante spontanee che su quelle coltivate, alla continua ricerca di frutti prossimi alla maturazione da colonizzare. In Valpolicella, a seguito di pesanti attacchi subiti su ciliegie, molti agricoltori hanno lasciato la produzione sugli alberi. Su questi frutti, se maturi, il moscerino ha trovato un’ottima fonte alimentare per completare lo sviluppo. Ciò ha rappresentato una fonte di reinfestazione per le colture vicine, in particolare per le uve a bacca rossa già invaiate. La biologia di questa specie somma diverse caratteristiche negative, fra cui quelle sicuramente più rilevanti sono: elevata prolificità; presenza di un numero elevato di generazioni (fino a 13-15) all’anno; essere associata ad un largo numero di piante ospiti ed infestare i frutti in prossimità della maturazione. È quindi indispensabile raggiungere in breve tempo una conoscenza di questa specie e sviluppare programmi di difesa efficaci e su vasta scala.
La specie rischia di compromettere in modo serio l’economia agricola delle colline veronesi, dove la produzione di ciliegie rappresenta fino ad ora una fonte di reddito di tante imprese agricole. Per questo la Cooperativa Frutticoltori di Marano, associata all’Op (Organizzazione di produttori) Nordest, ha promosso sin dal 2012 un monitoraggio del temibile moscerino. Nel 2012 il Piano di sorveglianza del territorio di Marano è stato elaborato con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, mentre nella decorsa stagione il monitoraggio è stato affidato al professor Nicola Mori dell’Università di Padova, coadiuvato dai tecnici della Cooperativa. Nel 2013 la presenza dell’insetto è stata abbondante perché le condizioni ambientali sono state favorevoli. Nei ceraseti collocati nella fascia di alta collina, la densità di popolazione è nettamente superiore a quella registrata nelle zone di media collina e di fondovalle.
La sua distribuzione è fortemente influenzata dalla temperatura e dalla presenza di piante ospiti alternative presenti nell’ambiente circostante le colture agrarie (boschi). Dalle esperienze fatte in questi anni nell’areale di Marano è risultato evidente che il controllo di Drosophila Suzukii è particolarmente complessa per la peculiarità di questo moscerino di deporre le uova all’interno della ciliegia in fase di maturazione. Questo creerà problemi nella gestione dei trattamenti preraccolta in impianti estesi e multivarietali. Le azioni di lotta sono dirette prevalentemente alla riduzione della popolazione adulta al fine di evitare l’ovodeposizione nei frutti. Considerando la situazione di emergenza nei programmi di lotta di Drosophila Suzukii e gli alti livelli di infestazione fino ad oggi registrati, è importante pianificare un programma che comprenda tutte le strategie possibili previste dalla lotta integrata, inclusi metodi agronomici e trattamenti insetticidi ecocompatibili.
(Attilio Febi, fonte: L’Arena)