La Commissione europea ha varato la proposta di riforma sul biologico di cui l’Italia é tra i leader europei e mondiali. La sfida é rilevante: basti pensare che negli ultimi 10 anni la domanda di prodotti bio nell’Unione europea é quadruplicata mentre la produzione interna é appena raddoppiata.
A beneficiare dell’aumento dei consumi non sono stati quindi i produttori europei, ma quelli mondiali, che spesso esportano nell’Ue senza veramente rispettare gli alti standard di produzione comunitari. La riforma, voluta dal commissario Ue all’agricoltura, Dacian Ciolos, dà quindi un forte giro di vite ai controlli rafforzando e armonizzando le norme sia nell’Ue che sui prodotti importati; elimina molte deroghe dando la possibilità ai piccoli produttori di produrre bio iscrivendosi ad un sistema di certificazione di gruppo; introduce nuove regole in materia di esportazione e semplifica la legislazione per ridurre i costi. Inoltre, come richiesto da più del 90% dei cittadini europei, il biologico può essere solo Ogm-free. Tuttavia, per quanto riguarda eventuali contaminazioni é accettata una presenza fino allo 0,9% di residui di Ogm autorizzati, come per i prodotti tradizionali. (fonte: Ansa)