FINANCIAL TIMES, “MAFIA NELL’AGROALIMENTARE”. PALLOTTINI: “PESSIMA PUBBLICITÀ AL SETTORE MA I MERCATI REAGISCONO”

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“Sull’ultimo numero del weekend magazine del Financial Times, giornale economico-finanziario del Regno Unito tra i più autorevoli e più letti del mondo, la prima pagina è stata dedicata all’agricoltura italiana. Purtroppo però non per esaltarne i pregi, ma per parlarne male. Con l’esplicativo titolo di “How the mafia got to our food“, l’articolo racconta di come la criminalità organizzata del nostro Paese abbia messo le mani sul settore agroalimentare, che è diventato per loro un’importantissima fonte di reddito”.

E’ quanto scrive Fabio Massimo Pallotini, presidente di Italmercati sul blog fabiomassimopallottini.it in merito all’articolo pubblicato dal Financial Times sull’agricoltura italiana (sul blog la versione integrale dell’intervento di Pallottini).

“L’articolo – prosegue Pallottini – aggiunge che uno degli snodi critici sono i Mercati, specie quelli all’ingrosso. Nel mese di agosto, ad esempio, la polizia ha effettuato dei controlli nel Mercato di Palermo, scoprendo “una sala di regia segreta” che fissa il prezzo delle merci, dei trasporti, dei facchini, dei parcheggi e del materiale di trasporto e da imballaggio”.

“Al di là del mio ruolo di Presidente Italmercati, come italiano, – prosegue – mi sono sentito ferito e quasi umiliato. Certamente l’articolo muove da fonti autorevoli la sua accusa e ciò che dice è per molti aspetti vero, ma non si può lasciare che un giornale così prestigioso parli del cibo italiano solo in questi termini senza interrogarci. Il nostro comparto agroalimentare ad esempio è tra i più apprezzabili al mondo, per varietà, tipologie e bontà di un “Made in Italy” che tanti provano ad imitare.  L’articolo ha senza dubbio generalizzato ed anche semplificato una materia che merita una più attenta ed approfondita analisi, ma purtroppo ha colto un aspetto che noi “operatori” del settore dobbiamo porre al centro della nostra azione”.

“Italmercati – sottolinea il presidente –  lo sta facendo con lo slogan “il cibo italiano non è mafia”. Ha da tempo avviato una riflessione anche in collaborazione con la Fondazione contro le agromafie presieduta dal noto magistrato Gian Carlo Caselli, autore di “C’è del marcio nel piatto”, un libro dalle verità scomode divenuto in breve tempo un bestseller. Il nostro sforzo è volto a fare dei Mercati una barriera contro la penetrazione del malaffare e un presidio di legalità. A febbraio prossimo presenteremo le linee guida di un Codice Etico con l’obiettivo di “normativizzare” una serie di buone pratiche che possano risultare esimenti rispetto a questo genere di contaminazioni”.

“Auspichiamo – conclude Pallottini – che del nostro cibo se ne parli presto di nuovo su questi autorevoli siti per esaltarne la bontà e la qualità, ma non da meno il sacrificio e la dedizione di chi lo produce che sono i noti tratti distintivi del Made in Italy”.

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