LE RICHIESTE DEL SETTORE AL NEO MINISTRO MARTINA: “PIÙ ESTERO, MIGLIOR LOGISTICA E MENO BUROCRAZIA”

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Ci sono grandi aspettative da parte degli operatori del mondo ortofrutticolo sul neo ministro Maurizio Martina. Marco Salvi (nella foto sotto), presidente di Fruitimprese, inizia ponendo al centro del discorso i due pilastri su cui si dovrà fondare il nuovo governo: stabilità e riforme serie, “a partire da quella del lavoro e dello snellimento della burocrazia che sta sempre più soffocando le imprese”, spiega l’imprenditore ferrarese.

“Sarà fondamentale aumentare la presenza dell’Italia all’estero, specialmente suo nuovi mercati, per rendere le nostre aziende altamente competitive in tutto il mondo”. Salvi si dice moderatamente fiducioso sulle attività del nuovo governo: “Ci auguriamo di cuore che la spinta innovativa del nuovo governo, più giovane e forse per questo più concreta, porti anche a una maggiore collaborazione tra istituzioni e imprese e che sviluppi una programmazione verso un’accelerazione dell’internazionalizzazione. In questo sarà importante essere rappresentati al meglio anche in Europa”.

Ottimista il commento di Ibrahim Saadeh (nella foto a fianco), presidente dell’Unione nazionale Italia ortofrutta: “Avendo avuto già il piacere di conoscerlo personalmente, sono certo che verrà confermato quanto già emerso dall’ottimo lavoro svolto nel precedente incarico da Sottosegretario al ministero di via 20 settembre. Competenza, passione, impegno e attitudine alla concertazione e al lavoro in squadra saranno certamente i connotati del nuovo incarico del Ministro. Siamo certi che la nomina di Martina rappresenta un salto di qualità e d’innovazione per tutta l’agricoltura e l’agroalimentare Italiano e saprà da subito dedicare la propria attenzione alle urgenti problematiche del settore ortofrutticolo: decreti applicativi della nuova PAC e dell’OCM unica, semplificazione e riduzione del carico burocratico del funzionamento della macchina pubblica, misure necessarie per rafforzare l’aggregazione e l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Fin d’ora – conclude Saadeh – manifestiamo la nostra disponibilità a collaborare fattivamente con il neo ministro Martina, attraverso proposte concrete affinché le esigenze del nostro settore trovino risposte adeguate nell’agenda del nuovo Governo”.

Nessuna perplessità sulla nomina neppure da Ottavio Guala (nella fotoa fianco), presidente di Fedagro, che afferma: “Innanzittutto bisogna lasciare il tempo al nuovo ministro di conoscere in maniera approfondita il nostro settore, che sconta ancora il fatto di aver cambiato cinque ministri in quattro anni. Dopo una full immersione nel comparto – aggiunge Guala – Martina dovrà conoscere bene i veri protagonisti dell’agroalimentare e dell’ortofrutta, capire quali sono i veri interessi del settore per puntare al rafforzamento e tutela della qualità delle produzioni, anche attraverso la logistica, per produrre meno ma meglio, senza cedere a eventuali richieste interessate ad abbassare la qualità. Infine – conclude Guala – dovrà lavorare per aiutare a far crescere le esportazioni e portare a Bruxelles una voce unica per tutto il settore”.

Per Salvo Laudani (nella foto a fianco), marketing manager di Oranfrizer e presidente di FruitImprese Sicilia, l’azione di Martina dovrebbe portare al centro della discussione un robusto rafforzamento del sistema export dell’Italia creando di fatto nuove porte per l’estero su scala globale. “In questa operazione – aggiunge Laudani – un fattore chiave sarà la logistica, un comparto che va migliorato rendendolo più efficiente. Perché non basta aprire i mercati, come è stato fatto recentemente per le arance Moro e Sanguinello in Giappone, se poi occorrono 40 giorni per inviare a Tokyo il prodotto. Serve pianificare un piano con azioni comuni e concrete”.

“Ho conosciuto di persona il neo ministro Martina pochi giorni fa in occasione dell’incontro con ministri africani”, rivela Domenico Scarpellini (nella foto a fianco), presidente di Macfrut. “La prima impressione è stata positiva: mi ha ispirato fiducia. Mi è sembrata una persona concreta. Ha affermato che vuole affrontare i problemi dell’ortofrutta partendo dalla valorizzazione delle produzioni e dall’internazionalizzazione. Auguriamoci che la sua azione possa essere determinante per la sfida con gli altri mercati e che si riesca a dare all’agroalimentare una maggiore visibilità anche in Europa. Per l’Italia può essere davvero l’occasione giusta. Le premesse ci sono. Ora guardiamo cosa accadrà. Serve ad ogni modo una svolta. Il settore ne ha bisogno”. (e.z.)

 

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