La provincia di Modena è ancora una volta in ginocchio. Dopo i gravissimi danni del terremoto del maggio 2012 e gli effetti di un’eccezionale tromba d’aria del 2013, il maltempo di questi giorni ha avuto conseguenze disastrose. La rottura dell’argine destro del Secchia ha inondato i terreni agricoli e i centri abitati con oltre 20 milioni di litri d’acqua.
I comuni più colpiti sono Bastiglia, Bomporto, Camposanto, San Prospero, Medolla, San Felice, Finale Emilia, già devastati dal sisma. Il territorio sommerso dalle acque e dal fango è di oltre 75 chilometri quadrati. La denuncia viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale si è subito mobilitata sollecitando l’immediato riconoscimento dei danni per un’area sempre più martoriata.
Dalle prime stime della Cia di Modena (che ha avviato un immediato monitoraggio) i danni per l’agricoltura sono rilevanti, ma ancora provvisori, a causa dell’avanzare del fronte dell’esondazione. Oltre 1000 le aziende agricole colpite, mentre sono state evacuate migliaia di persone. Tantissime le imprese, come le abitazioni, ancora senza corrente elettrica e gas. In queste zone sono andate perse tutte le semine autunnali (grano e orzo). Anche per i vigneti (principalmente Lambrusco) e i frutteti (in particolare pere) gli effetti sono stati pesanti ed è a forte rischio la produzione. Difficile anche la situazione per gli allevamenti (soprattutto bovini e suini). Molti capi di bestiame che sono andati persi. Stesso discorso per le strutture aziendali (cantine, magazzini, depositi) sommerse dalle acque. Vengono segnalati danni alle attrezzature e ai macchinari agricoli, Distrutte scorte di foraggi, mangimi e cereali. Tante le imprese agricole che non possono essere raggiunte a causa dell’impercorribilità delle strade.
“Purtroppo -afferma il presidente della Cia di Modena Cristiano Fini (nella foto)- siamo davanti ad una vera e propria tragedia. Gli effetti per i campi agricoli coltivati sono stati peggiori del terremoto. E’ un disastro annunciato. Da tempo, infatti, denunciamo la necessità di interventi seri per la gestione degli argini e del letto del fiume Secchia. I controlli e la manutenzione non sono stati sufficienti, per non dire scarsi”.
"Al momento -aggiunge Fini- la conta dei danni, che comunque si annunciano ingentissimi per il settore agricolo, è impossibile. Bisogna attendere che le acque si ritirino completamente per verificarne la reale portata. Ma la preoccupazione è forte, anche perché le previsioni del tempo non promettono nulla di buono in quanto si preannunciano nuove piogge”.