Il limite massimo di contante nelle transazioni commerciali, fissato a mille euro, è da rivedere, altrimenti i mercati all’ingrosso, in particolare quelli specializzati nelle esportazioni, rischiano pesanti danni economici da tale provvedimento. A ribadirlo sono i vertici del Maap, Mercato agroalimentare di Padova, primo mercato italiano per l’esportazione di ortofrutta fresca.
Sabato mattina il presidente del Maap Claudio D’Ascanio, assieme all’amministratore delegato Giancarlo Daniele, il direttore generale Francesco Cera, il direttore del Grocer, gruppo grossisti di Padova, Alberto Filippino, il presidente di Mercati Associati Giuseppe Pavan, assieme al direttore del mercato di Udine Andrea Sabot oltre al presidente della Camera di Commercio di Padova, Fernando Zilio, si sono incontrati assieme a nove rappresentanti delle nove principali aziende esportatrici del Maap che da sole rappresentano il 70% del fatturato (New Som, Ortopadova, Gamma frutta, Sap, F.lli Daniele, Due erre, Saia e Russo, Campa Fruit, Paolo Galeazzo). Secondo Cera dopo due anni dalla sua applicazione il limite di pagamento in contanti imposto a mille euro ha sortito un effetto boomerang, in particolare con le aziende che lavorano con l’estero e soprattutto con l’Est Europa. Un problema che le imprese vivono sulla loro pelle giorno per giorno. “Dai dati ufficiali emerge che le esportazioni del Maap sono calate del 5% nel 2013”, rivela Cera. “Gli importatori stranieri stanno andando a comprare direttamente in Spagna, in Francia in Slovenia, in Austria, Paesi dove non vi sono limitazioni. E così, l’Italia sta perdendo fatturato e clienti preziosi. Questa situazione si è verificata anche a causa della miopia di chi ha mischiato i provvedimenti anti riciclaggio con quelli anti evasione”.
Poi Cera precisa con fermezza che "qui nessuno vuole evadere niente, si vuole lavorare correttamente emettendo regolare fattura e potendo accettare soldi cash". Del resto i controlli dei documenti per la esportazione alle frontiere ed alle dogane già garantiscono in tal senso". Durante la riunione è stato inoltre sottolineato che gli importatori di ortofrutta in Paesi nei quali non sono diffusi né conti correnti bancari né carte di credito e che pagano preferibilmente in moneta. "Solo l’Italia ha posto questo vincolo devastante e fa il gioco a vantaggio di altri Paesi concorrenti verso i quali i clienti stranieri si stanno orientando per importare", ha precisato il direttore del mercato agroalimentare patavino. L’attuale sistema legislativo viene definito "distonico e paradossale rispetto alla normativa comunitaria in materia di importazione ed esportazione di denaro, in base alla quale risulta possibile importare/esportare denaro contante entro la cifra di 12.500 euro nell’ambito Ue, di 10.000 euro nell’extra Ue".
Secondo Cera "basterebbero 20 parole per modificare la normativa e salvare il settore. Sarebbe sufficiente scrivere: il limite di pagamento dei mille euro non si applica ai cittadini residenti in Paesi esteri Ue ed extra Ue. Come del resto già avviene in tutti gli altri Paesi, Francia in testa". Al termine dell’incontro l’onorevole Santini si è impegnato a tradurre in atti concreti le istanze poste e a comunicarne gli esiti entro la fine di gennaio.