Ormai è risaputo: l’effetto crisi sta assottigliando sempre più il potere d’acquisto delle famiglie italiane con una ricaduta inevitabile sui consumi e di conseguenza sulla spesa che scende. Ma le catene distributive non si lasciano scoraggiare e puntano a crescere, almeno quelle italiane.
Già, perché mettendo a confronto la quota di mercato dei gruppi distributivi presenti lungo lo Stivale nel 2008 e quest’anno un dato appare chiaro.
I big della gdo “tricolore” vincono sui concorrenti esteri. Il primo retailer nazionale, Coop, dal gennaio 2008 al giugno di quest’anno è passato da una quota del 17,9 al 19%. La progressione è stata ancora migliore per Conad, che nello stesso periodo, è schizzata dall’8,8 al 12,3% scalando diverse posizioni in classifica è posizionarsi saldamente al secondo posto. Trend positivo anche per Esselunga, terza con l’11%, 2,3 punti percentuali in più rispetto a quasi sei anni fa. Risultato: i primi tre gruppi italiani coprono il 42,3% del mercato. Nel 2008 erano al 35,4%.
Per le catene estere invece la musica cambia. Sono state le prime a pagare dazio sui mutati scenari economici. Se vent’anni fa avevano “colonizzato” il Belpaese con investimenti e nuove aperture, negli ultimi cinque anni hanno perso importanti quote di mercato. Per esempio i primi due gruppi, Auchan e Carrefour, nell’ultimo lustro hanno scontato un calo rispettivamente di 0,8 e ben 3,2 punti. La loro quota è passata quindi dal 20 al 17%. (e.z.)