MELE E PERE, NUOVA ZELANDA: DOPO UN 2013 RECORD, PREVISTA FRENATA DELLA PRODUZIONE E DELL’EXPORT NEL 2014

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Secondo un rapporto recentemente pubblicato dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA), la produzione 2014 di mele e pere della Nuova Zelanda rischia di subire una brusca caduta, con contrazioni del raccolto nell’ordine del 4%. In particolare, per le mele si dovrebbe scendere sotto le 512.000 tonnellate.

Per le pere invece i volumi totali potrebbero attestarsi al di sotto delle 13.800 tonnellate. Come risultato del calo previsto – si legge nel report dell’USDA – le esportazioni di mele e pere subiranno una riduzione del 5% portandosi rispettivamente a 305.000 e a 4.465 tonnellate.

Previsioni al ribasso, che risultano ancor più pesanti perché arrivano in un momento quanto mai positivo per il comparto neozelandese delle mele: quella 2013 si è rivelata la migliore annata dell’ultimo decennio con prezzi all’origine Free on board (Fob) superiori del 20% rispetto a quelli del 2012. A supportare ulteriormente il clima di fiducia dei produttori le buone rese dell’anno in corso e i costi non superiori rispetto all’anno precedente, che dovrebbero assicurare loro buoni profitti. Inoltre, le spedizioni di mele a fine anno dovrebbero raggiungere le 320.000 tonnellate, segnando una crescita del 13%. Un considerevole aumento delle esportazioni si registra verso i Paesi europei, dove a fine novembre si stimavano 90.659 tonnellate di mele spedite, mentre nello stesso periodo dello scorso anno tale cifra era pari a 75.206 tonnellate. Il Regno Unito si conferma la principale destinazione con 44.000 tonnellate spedite. Gli Stati Uniti sono al secondo posto: da gennaio a novembre hanno assorbito 38.745 tonnellate di mele neozelandesi, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente.

Un mercato in forte espansione, infine, è rappresentato dal continente asiatico. Nel periodo gennaio-novembre 2013, l’export di mele verso la Cina e Hong Kong ha fatto registrare un trend in forte aumento, con volumi in crescita del 37% (pari a 21.084 tonnellate) e prezzi in rialzo del 22%. Ottimi risultati ottenuti nonostante l’individuazione di problemi fitosanitari, marciume post-raccolta, su alcune mele di origine neozelandese in Cina, con la conseguente cessazione volontaria del commercio per il resto dell’anno. Sempre sul fronte orientale, anche la Thailandia si è mostrata una destinazione interessante: le esportazioni di mele hanno registrato un aumento di oltre 5.000 tonnellate (per un totale di 25.815 tonnellate). Segno negativo, invece, per l’export a Taiwan, in calo di oltre 3.000 tonnellate a causa della maggiore presenza sul mercato di frutta proveniente da Stati Uniti e Cile.

In termini di qualità le varietà precoci, come le Royal Gala, presentano un colore brillante, un giusto grado brix e una buona consistenza della polpa nonostante il calibro si sia mantenuto su grandezze medio piccole, più adatte ai mercati asiatici rispetto a quelli nordamericani. La qualità di altre varietà, come le Braeburn e le Jazz, invece, ha risentito maggiormente della siccità di inizio anno. Per le Fuji, infine, la raccolta posticipata ha dato come risultato un frutto più maturo e più colorato, in grado di stimolare la domanda. Una mossa vincente che ha limitato i danni di quella che si era prospettata come un’annata del tutto negativa a causa delle scarse possibilità di sbocco sul principale mercato di Taiwan per la concorrenza delle mele statunitensi e cilene. In termini di superfici, la Royal Gala rimane la varietà di mela più coltivata in Nuova Zelanda con oltre il 28% dell’area totale. La produzione di Braeburn continua a diminuire, sebbene rappresenti ancora il 18% di tutte le piantagioni neozelandesi. Persiste invece il trend positivo per gli impianti delle varietà Pink Lady and Pacific Queen.

Nel report, infine, si ricorda che nel mese di agosto di quest’anno la Pipfruit New Zealand (PNZ ) ha annunciato l’investimento di un miliardo di dollari entro il 2022 per migliorare il settore della frutta decidua del Paese attraverso l’implementazione di una nuova strategia. Un piano sviluppato in otto punti che pone come priorità assoluta il miglioramento dell’accesso ai diversi mercati. (c.b.)

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