Si mantengono vivaci le esportazioni di ortofrutta in Spagna nei primi nove mesi dell’anno. Buoni i risultati messi a segno sia in termini di export sia di import. Nel periodo gennaio-settembre, le esportazioni di prodotti freschi sono aumentate del 6% a volume, per un totale di 8,3 milioni di tonnellate. A valore l‘aumento è stato del 14%, pari a 7,7 miliardi di euro.
In particolare l’export di ortaggi ha registrato un aumento del 10% a volume e del 16% a valore, attestandosi a 3,2 milioni di tonnellate per un totale di 3,1 miliardi di euro. Le perfomance migliori sono state registrate nel commercio del pomodoro: il comparto è cresciuto del 12% portandosi a 731.795 tonnellate di prodotto esportato. Buoni risultati sono stati registrati anche per l’export di cetrioli (+10%, per un totale di 296.781 tonnellate), di peperoni (+9% con 378.606 tonnellate) e di lattuga (+3% con un quantitativo di 471.472 tonnellate).
Le esportazioni di frutta sono cresciute del 4% a volume rispetto allo scorso anno, salendo a 5 milioni di tonnellate, mentre a valore hanno registrato un +13% portandosi a 4,5 miliardi di euro. Eccezion fatta per gli agrumi, il prodotto più esportato è stato il cocomero con 519.828 tonnellate commercializzate (+7%), seguito dalle nettarine, con 376.984 tonnellate (+15%), dalle pesche, 315.088 tonnellate (+20%), e dalle fragole che, nonostante il calo del 6%, hanno registrato 263.613 tonnellate di prodotto esportato.
Le principali regioni esportatrici (Valencia, Andalusia e Murcia) hanno visto una generale crescita in termini di volume e di valore, così come la seconda regione esportatrice, la Catalogna. L’Unione Europea resta il principale mercato di destinazione dell’ortofrutta iberica, rappresentando il 92% del trade totale, in crescita del 14% rispetto allo stesso periodo del 2012. Prima destinazione la Germania con il 24% dei volumi assorbiti, seguita da Francia (19%) e Regno Unito (13%). Le esportazioni verso i Paesi terzi, invece, sono state pari a 624,3 milioni di euro, in aumento dell’11%. Secondo l’associazione di produttori spagnola Fepex, la forte crescita delle esportazioni nel mese di settembre è attribuibile in gran parte al bel tempo, che ha generato un forte aumento dell’offerta. Tale situazione però si è protratta anche nel mese di ottobre in tutti i Paesi produttori dell’Unione europea, generando purtroppo un pesante squilibrio tra domanda e offerta per molte varietà di prodotti. Parlando di importazioni, nel periodo in analisi si è registrato un aumento dell’1% a volume e del 21% a valore, per un totale rispettivamente di 1,7 milioni di tonnellate e 1,25 miliardi di euro. Nei primi tre trimestri dell’anno, le importazioni spagnole di frutta sono state pari a 927.833 tonnellate (+3%) per un valore di 843 milioni di euro (+17%). Le mele, con un quantitativo di 162.902 tonnellate (+6%) e un valore di 162 milioni di euro (+36%), sono il frutto maggiormente importato. Le importazioni di verdure, invece, hanno registrato una lieve contrazione a volume, -1,5%, per un totale di 796.410 tonnellate, corrispondete ad un valore di 406,5 milioni di euro (+29 %). Con 480.719 tonnellate ( -7%) e 174 milioni di euro (+87%), le patate sono il principale ortaggio importato, seguite dai fagiolini con 68.385 tonnellate (+14%) per un valore di 64 milioni di euro (+18%).
Secondo quanto riferito da Fepex, l’andamento dei dati relativi alle importazioni mette in evidenza le crescenti difficoltà in termini di produzione di alcuni tipi di frutta e verdura e la conseguente necessità di migliorarne la competitività. Le produzioni in questione sono, in particolare, pere e mele, che a settembre 2013 hanno fatto registrare aumenti in valore del 63% e 36%. Nel caso delle verdure, queste difficoltà riguardano produzioni estensive come patate e carote e produzioni intensive come i fagiolini. (c.b.)