ORTOMERCATO DI MILANO, PREDEVAL: “SERVE NUOVA STRUTTURA. SI ABBATTEREBBERO COSTI E PREZZI ORTOFRUTTA”

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Il divieto di contanti sul pesce, dice, è solo il primo passo: "Perché i Mercati Generali sono la più grande azienda di Milano, ma ormai hanno 60 anni e si vedono tutti. Sono vecchi rispetto a Milano ma soprattutto all’Europa. Adesso è ora di rifarli sul serio".

Luigi Predeval, che dal vertice della Sogemi li presiede ormai da tempo all’insegna del comandamento "legalità prima di tutto", ha deciso che quella parola d’ordine non basta più: legalità necessaria, ribadisce, ma non sufficiente. "Quel che serve – insiste – è finalmente una struttura nuova. Se ne parla da tanto, non si può rinviare più: non con un’Expo in arrivo dedicata, per giunta, proprio all’alimentazione. Ci vogliono 150 milioni, qualche partner privato, un paio di anni fra tutto. Alla fine sarà un risparmio per tutti, dai produttori fino all’ultimo dei cittadini: frutta e verdura, solo col taglio agli sprechi attuali, costeranno il 10 per cento in meno". "Ma bisogna muoversi".

Predeval, un passato da top manager della grande distribuzione, è quello che appena la scorsa settimana ha bandito spicci e banconote dal mercato ittico: dal 14 gennaio varranno solo carte di credito o pagamenti tracciabili, e le semplici simulazioni effettuate hanno abbattuto un 25 per cento di "nero". Proteste? "Praticamente nessuna", dice: "Perché Il vero problema dei commercianti è sempre stato quello di farsi pagare. Ma con la tracciabilità puoi fregarmi soltanto una volta e, se lo fai, finisci in una black list che da lì in poi ti taglia fuori".

A quando l’estensione del sistema all’ortofrutta? "Ci vorrà solo un po’ più tempo, ma ci arriveremo". Si capisce, però, che Predeval vuol parlar d’altro. E infatti parte in quarta, dapprima con i numeri: "Per capire di cosa stiamo discutendo, i Mercati generali sono una macchina che fattura un miliardo all’anno. Tra operatori esterni e interni ci si muovono settemila persone al giorno. Tra frutta, verdura, fiori, pesce e carni bianche sono il principale hub italiano dell’agroalimentare".

"I Mercati sono una struttura vecchia. Non refrigerati, cioè a catena del freddo spezzata: la frutta arriva nei Tir frigoriferi e poi finisce sui piazzali, immaginarsi lo spreco. Impianti non più a norma, con rischi per tutti. Stoccaggi irrazionali e senza codici a barre, come in tutta Italia a sua volta unica in Europa: così Dubai – per dire – compra i pomodori dal Belgio anziché i nostri solo perché è meno complicato". Ma non è tutto, prosegue: "Sul fronte delle regole siamo pieni di lacci e vincoli tremendi".

E i controlli? "È proprio la situazione attuale a renderli difficili: lo sa che se voglio multare chi sporca devo passare per il Consiglio regionale? Che se un grossista non paga l’affitto devo mettere di mezzo il Tar? E che tutto deve comunque passare per la politica?". Beh, i Mercati sono comunque un servizio alla città… "Certo. Dico solo, per fare un esempio, che negli anni 90 abbiamo perso l’intero treno dei fondi regionali solo perché l’amministrazione non riuscì a decidere dove metterli". 

Predeval ha messo tutto per iscritto in un report appena consegnato tanto al governatore Roberto Maroni quanto al sindaco Giuliano Pisapia. E almeno in parte, del resto, il documento recepisce le osservazioni che la Commissione saggi del Comune aveva già redatto un anno fa. "In primo luogo la struttura, come ho detto. Va rifatta. Il progetto è pronto da tempo e tutto resterebbe nella stessa area occupata ora: ma con accessi semplificati, un’area carico-scarico da 500 Tir al giorno, temperatura controllata con impianti geotermici e fotovoltaici, materiali a basso impatto energetico. In secondo luogo le procedure: codici a barre su tutto e controlli video sugli accessi. Infine la parte più importante".

"La riforma delle regole, aggiornare la legge regionale da cui dipendono i Mercati e ormai risale al ‘75 che è preistoria. Aprire i mercati alla concorrenza tra operatori, che oggi sono a numero chiuso, e prolungare i loro contratti. Fare entrare capitali privati e creare una nuova società di gestione privata, in cui resti una parte pubblica con compiti di controllo perché solo il pubblico ha interesse a far rispettare tutte, ma proprio tutte le regole: a partire dai contratti nazionali sugli stipendi. Se si vuole si può fare – chiude Predeval – Senza chiudere i Mercati neanche un giorno". (fonte: Corriere della Sera)

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