ORTAGGI CAMPANI, A PADOVA È PSICOSI “TERRA DEI FUOCHI” NEI MERCATI RIONALI

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"Mi scusi, ma questi pomodori, per caso, arrivano dalla Campania?". Basta fare un giro di mezz’ora tra i 75 banchi di frutta e verdura in piazza delle Erbe a Padova (dei quali un terzo in mano agli immigrati dal Bangladesh e dal Pakistan), per accertare che tra i consumatori padovani ormai è panico di fronte alle notizie provenienti dalla cosiddetta "Terra dei Fuochi".

"È vero", dice il fruttivendolo Vittorio Marchioro, "sono sempre più numerosi i nostri clienti a chiedere se la merce in vendita proviene dalle zone della Campania, dove sono stati interrati anche tantissimi rifiuti tossici. Sa, quando c’è di mezzo la salute, c’è poco da stare tranquilli. Per fortuna quasi tutta la mia verdura proviene dal Veneto e dall’Emilia Romagna e, quindi, tutti comprano senza creare troppi problemi".

La pensano allo stesso modo sia le ambulanti Paola e Antonella, che hanno l’unico banco della piazza griffato con i loro nomi scritti in grande e sia Cristina Biollo, che è anche delegata Ascom. "In questo periodo dalla Campania, di solito, arrivano peperoni, pomodori, i broccoli particolari chiamati, in napoletano, friarielli che, in cucina, si accoppiano bene con la salsiccia, i finocchi e altre verdure minori", osserva la signora Biollo, "per adeguarci a tutto quello che sta succedendo nei mercati della penisola, anche dopo la pubblicità che l’azienda Pomì ha fatto sui giornali in cui si sottolinea che tutte le sue conserve e passate vengono confezionate con pomodori raccolti solo nell’Italia del Nord, anche io e mio marito Massimo, già da un mese a questa parte, abbiamo deciso di acquistare, al mercato all’ingrosso di corso Stati Uniti, solo frutta e verdura coltivata nelle regioni del centro-nord oppure in Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia. Ossia in quasi tutto il sud, ma non in Campania".

Naturalmente, in tale contesto, tanti ambulanti sia di piazza delle Erbe sia di piazza dei Frutti stanno sfruttando, al massimo, l’immagine delle verdure a chilometro zero. "In fondo è la verità", dicono Paola e Antonella, "noi, da sempre, mettiamo sul nostro banco ortaggi, tutti di prima scelta, che sono coltivati a pochi chilometri dal centro. Ad esempio melanzane ed altre verdure prodotte nella Bassa. Non dimentichiamo, poi, che proprio in questi giorni sta cominciando la stagione del radicchio. Sia di quello variegato che viene coltivato nella zona di Maserà e della Bassa Veronese e sia di quello tardivo, griffato Treviso, che viene prodotto nelle campagne di Scorzè e di Zero Braco che, in fondo, in linea d’aria, distano appena una trentina di chilometri". (fonte: Il Mattino di Padova)

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