L’Osservatorio sul prodotto agroalimentare biologico di SDA Bocconi (Bio Management Lab) e FederBio, la Federazione Italiana dell’Agricoltura Biologica e Biodinamica, hanno stretto un accordo di collaborazione pluriennale. Lo scopo è quello di contribuire alla creazione di un ‘sistema bio Italia’ efficiente, dinamico e moderno.
Un modello di sviluppo basato su regole e prassi gestionali all’avanguardia per rafforzare il biologico made in Italy e portarlo all’estero. Il mercato del biologico in Italia rappresenta uno dei settori trainanti nell’industria del food & beverage.
Dal 2000 il fatturato del biologico è triplicato raggiungendo un volume di affari pari a circa 2,1 miliardi di euro in Italia e 1,2 miliardi in esportazioni. Si stima che il valore del mercato globale si aggiri intorno ai 48 miliardi di dollari (Ismea, Sana 2013). In Italia, sono quasi 50 mila le aziende attive nel settore e molte di queste rappresentano l’emergere di modelli di business fortemente innovativi per tutto l’agroalimentare. Per quanto promettente, tuttavia, il settore rimane a tutt’oggi una nicchia del mercato food & beverage globale, valutato in 5.700 miliardi di dollari. Benché il nostro Paese presenti caratteristiche ideali per la produzione biologica, esistono fattori che rallentano la crescita competitiva a tutti i livelli della filiera: la dimensione spesso ridotta delle aziende produttrici e una struttura organizzativa da migliorare, la mancanza di coordinamento fra ambito pubblico e privato e l’assenza di una visione comune a livello di settore sono tra i principali ostacoli alla crescita, anche nella prospettiva di un’espansione a livello internazionale.
"Con un sistema interno solido, efficiente e innovativo, le aziende italiane potranno esportare non solo prodotti di altissima qualità, ma anche strumenti e pratiche manageriali". Ne è convinto Enzo Baglieri (nella foto in alto), coordinatore scientifico del BIO Management Lab: "Le maggiori opportunità di crescita e sviluppo delle aziende del settore risiedono nella proiezione internazionale, ma in un mercato globale così competitivo i prodotti da soli non bastano, bisogna esportare conoscenza, innovazione e cultura".
Gli strumenti che il biologico italiano è in grado di mettere in campo devono diventare un’opportunità per contribuire alla diffusione di pratiche sostenibili, soprattutto nei Paesi emergenti, che hanno un grande potenziale ma stanno passando troppo rapidamente dalla malnutrizione all’obesità.
"Il metodo biologico, dopo oltre 20 anni di applicazione della normativa europea, ha dimostrato di essere un modello agroalimentare in grado di conciliare in maniera economicamente efficiente le attività d’impresa e la tutela dell’ambiente, della salute e dei beni comuni, garantendo nel contempo reddito e occupazione", ha commentato Paolo Carnemolla, presidente di FederBio. "Tuttavia c’è necessità di consolidare e diffondere i risultati acquisiti anche per contaminare l’altra economia, formare nuovi imprenditori e migliorare le capacità manageriali in un settore in cui troppo spesso questi aspetti sono stati trascurati. Da questa consapevolezza nasce l’accordo con SDA Bocconi".
Uno dei punti su cui lavorare per il consolidamento del settore e l’applicazione di una strategia di filiera è il grande fabbisogno formativo che si riscontra a tutti i livelli della filiera. Un miglioramento delle competenze manageriali e una organizzazione aziendale che punta su figure professionali specifiche potrebbero ottimizzare la capacità delle singole aziende e migliorare le relazioni con gli altri operatori della filiera, favorendo quindi un confronto con i competitor dell’industria tradizionale e, in special modo, con la concorrenza straniera. Mentre il BIO Management Lab si occuperà delle ricerche sui temi economici e manageriali più urgenti e della formazione, FederBio contribuirà alla progettazione e all’erogazione di servizi destinati ai propri associati e a tutto il sistema del biologico, promuovendo l’applicazione dei modelli emergenti a livello nazionale e il coordinamento con le azioni delle Istituzioni e delle altre organizzazioni di settore.
"Grazie a questo accordo svilupperemo un nucleo solido di competenze gestionali specifiche per il settore, ma saremo anche in grado di diffondere alcuni strumenti manageriali di base, indispensabili per competere in Italia e all’estero", sostiene Vitaliano Fiorillo, coordinatore del BIO Management Lab. "Con FederBio stiamo progettando una serie di giornate di formazione per tutti gli operatori dell’agroalimentare, bio e non, in cui tratteremo tutti i fondamentali del management: dalla contabilità alla pianificazione della produzione, dalle tecniche per la previsione della domanda alla gestione dei progetti di innovazione".