UN 2013 A DUE VELOCITÀ PER IL KIWI CILENO: DALL’OTTIMA PARTENZA DELLA CAMPAGNA AL DRAMMA DELLE GELATE

Condividi

Il 2013 si sta rivelando un anno “a due velocità” per il comparto del kiwi cileno. Se da una parte la stagione ha mostrato risultati più che positivi in termini commerciali, dall’altra le forti gelate di fine settembre (leggi news 1, 2 e 3) hanno sconvolto l’intero settore, portando pesanti incertezze circa la prossima stagione.

Il presidente del Comitato del kiwi cileno, Carlos Cruzat (nella foto), in una recente intervista a Fresh Fruit Portal ha fatto il punto della situazione. La stagione commerciale era iniziata in leggero ritardo (5/6 giorni dopo rispetto alla norma), ma questo non aveva comportato problemi, anzi. I ritardi generalizzati nella raccolta di frutta nel Paese avevano coinvolto anche il comparto del kiwi, già “rallentato” dagli scioperi dei produttori. Tuttavia “ciò aveva portato ad allungare il periodo di produzione con una conseguenza positiva: una minore perdita di peso dei kiwi nel post raccolta”, ha dichiarato Cruzat. Inoltre, l’autunno caratterizzato da condizioni climatiche favorevoli aveva reso possibile allungare la stagione. “L’annata si concluse con volumi nella media e una buona qualità”. “Veniamo da un anno contrassegnato da una scarsa disponibilità di prodotto sul mercato, specialmente di frutta italiana. Il periodo in cui di solito il Cile si sovrappone alla finestra commerciale dei Paesi dell’emisfero nord è stato più breve e caratterizzato da forniture europee più scarse rispetto agli anni precedenti. Questo si è tradotto positivamente sia in termini di domanda che di prezzo”. In generale la stagione commerciale può dirsi buona, il kiwi cileno ha imposto la sua presenza sul mercato: in determinati periodi ha coperto fino all’80% delle forniture, nonostante alcuni problemi in Giappone e in Corea.

"Quest’anno abbiamo spedito 1.557 tonnellate in Giappone mentre lo scorso anno erano 2.254. Gli importatori hanno richiesto meno quantitativi (-30%) a causa della forte concorrenza della Nuova Zelanda. Nel caso della Corea, l’anno precedente avevamo inviato 7.700 tonnellate, quest’anno appena 4.000. È un calo significativo, dovuto in parte alla concorrenza di Zespri, in parte alla situazione economica della Corea che ha portato ad una contrazione della domanda", ha spiegato il presidente.

Altra storia per la Cina. Cruzat ha dichiarato che i volumi hanno registrato un aumento di circa il 10%, passando da 9.000 a 9.800 tonnellate. "Un’altra differenza – sostiene il presidente del Comitato di kiwi Cileno – è che fino allo scorso anno, le spedizioni verso la Cina passavano attraverso Hong Kong per oltre il 60% dei volumi totali. Quest’anno, questa piazza transitoria non rappresentava più del 20%. Ma se da una parte il mercato cinese risulta molto attraente per i margini potenziali in termini di domanda, dall’altra appare molto pericoloso perché estremamente sensibile. I prezzi di mercato possono crollare rapidamente, per questo motivo siamo ancora cauti nel garantire una fornitura permanente".

Circa le gelate di fine settembre, Cruzat si è mostrato molto preoccupato. “È un colpo tremendo. In generale perdere il 30% del fatturato è grave; il 60% è disastroso. Si tratta di un terremoto . È davvero difficile per qualsiasi produttore sopravvivere ad un impatto del genere, ci vorranno anni per risanare le perdite". E non solo, oltre a dovere far fronte ad uno scarsissimo raccolto, i produttori dovranno anche proteggere le proprie piante dalla Psa per le stagioni future. "È ragionevole pensare che le infezioni registreranno un aumento esponenziale in seguito alle gelate", ha concluso Cruzat. (c.b.)

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE