EMILIA ROMAGNA, CASTAGNE AI MINIMI STORICI: RACCOLTO DIMEZZATO

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Castagne e marroni al minimo storico in Emilia Romagna dove a causa della siccità ci sarà una produzione in calo del 50 per cento rispetto alla già bassa produzione del 2016. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna ricordando che in questi giorni ha preso il via la campagna di raccolta 2017.

Dopo essersi rialzata con successo dall’attacco del Cipinide galligeno del castagno, l’insetto killer proveniente dalla Cina che ha colpito i castagneti su tutto il territorio regionale a partire dal 2008 – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – la castanicoltura da frutto della nostra regione è stata messa in ginocchio dal caldo e dalla siccità di questa estate. Il calo produttivo varia da zona a zona: in alcune aree come la Romagna è stato contenuto grazie alle piogge dei primi giorni di settembre, mentre dove non c’è stato il ristoro della pioggia il raccolto è in calo anche del 70 per cento. A soffrire di più sono state le piante delle aree in maggiore pendenza e maggiore altitudine dove i castagni hanno perso in larga parte anche le foglie, si sono salvate invece le piante in aree a minore pendenza e nelle parti più riparate dove la maggiore umidità ha consentito una produzione minore alla media, ma comunque di qualità.

Con i suoi 2.822 ettari di castagneto da frutto – ricorda Coldiretti regionale – l’Emilia Romagna è la sesta regione in Italia per estensione dei castagneti, il 35 per cento dei quali situati in provincia di Bologna dove si raccolgono il Marrone Igp di Castel Del Rio e il Marrone Biondo dell’Appennino bolognese, molto ricercati dai consumatori per fare le tradizionali caldarroste, ma anche per realizzare dolci tipici. Soprattutto in un anno di scarsa produzione c’è il rischio di ritrovarsi sul fuco castagne estere, per cui è bene – raccomanda Coldiretti regionale – assicurarsi della provenienza del prodotto e scegliere quello nazionale.

Il castagno infatti – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – riveste un ruolo importante in molte aree collinari e montane della nostra regione in particolare e del Paese in generale, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago. L’habitat risulta inoltre fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti.

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