SEQUESTRATE 600 MILA ETICHETTE IRREGOLARI, METÀ SU ORTOFRUTTA DI IV GAMMA

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“Ho chiesto fin dai primi giorni del mio mandato che gli accertamenti sulla filiera agroalimentare fossero intensificati e razionalizzati. Per questo non nascondo la grande soddisfazione che provo nel vedere quali risultati stia dando il programma di controlli straordinari, che abbiamo avviato con azioni congiunte del nostro Ispettorato, l’Icqrf, con i Nac dei carabinieri.

Proprio in questi giorni infatti sono stati sequestrati oltre 77.000 chili di prodotti e oltre 600 mila etichette irregolari, che portano a 2 milioni le componenti di packaging ingannevoli scoperte da inizio 2013″.

Cosi’ il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, sui risultati dei controlli svolti in collaborazione tra l’Ispettorato Controllo Qualità e Repressione Frodi (Icqrf) del Mipaaf con il Nucleo antifrodi carabinieri. “Quella a tutela della qualità e dell’autenticità delle nostre produzioni è una battaglia sulla quale terremo sempre ben alta la guardia”, prosegue il ministro.

“Molte delle infrazioni e, peggio, delle frodi – aggiunge – hanno riguardato l’indebito uso dei marchi a denominazione, con un danno ancora piu’ forte per i consumatori che fanno affidamento sulla qualita’ dei prodotti, e per i produttori di autentiche eccellenze che ovviamente subiscono una concorrenza sleale. Il messaggio che con queste azioni vogliamo lanciare e’ chiaro: l’impegno per il rispetto della legalita’ e’ massimo, senza sconti per nessuno”.

Gli accertamenti sono stati effettuati in particolare sulla commercializzazione dei prodotti con marchi di qualità Dop, Igp, Stg, biologico, in diversi settori merceologici tra i quali il lattiero-caseario, l’ortofrutticolo e dei prodotti gastronomici lavorati. Le principali irregolarità hanno riguardato: in provincia di Salerno, nell’ambito dei controlli straordinari in atto sulla filiera il sequestro di 9 tonnellate di latte vaccino e bufalino privo della tracciabilità e in violazione delle norme igienico-sanitarie; nel Mantovano il sequestro di 50 tonnellate di paste alimentari/prodotti da forno/ gastronomici surgelati e di 300 mila etichette/componenti di packaging con false evocazioni di noti Marchi Dop/Igp/Stg destinati anche all’esportazione e commercializzati via web.

E poi: in provincia di Cesena e Brescia, il sequestro di 300 mila etichette/packaging relative a prodotti ortofrutticoli (“insalate fresche – IV gamma”) commercializzate e pubblicizzate irregolarmente con indebite evocazioni di un noto marchio Dop. Sul fronte dalle azioni a tutela della corretta destinazione dei finanziamenti comunitari nel comparto agroalimentare, i Nuclei Antifrodi Carabinieri in provincia di Frosinone hanno attivato la procedura di revoca disposta dalla Regione Lazio dell’accreditamento di una Societa’ abilitata ai corsi di formazione, mentre in provincia di Napoli hanno individuato illeciti finanziamenti per circa 500 mila euro, operando il sequestro per equivalente dei beni disposto dall’Autorita’ giudiziaria al fine di assicurare le necessarie azioni di recupero. Ammonta inoltre a 12 milioni il valore delle frodi ai danni dell’Ue accertate nel 2013 dai Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari con indagini tecnico-finanziarie sviluppate con mirate “analisi di rischio” e accurate verifiche documentali, riscontri sulle banche dati, sui sistemi di rilevazione geosatellitari e con i “controlli in campo”.

Le principali irregolarita’ hanno riguardato false dichiarazioni aziendali su operazioni e attivita’ produttive inesistenti, e false indicazioni sulla titolarita’ dei terreni anche con illeciti accessi telematici al Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian). In questo contesto i nuovi strumenti operativi adottati dai Nac sono rappresentati in particolare dai sequestri preventivi “per equivalente” che consentono di congelare tempestivamente i beni e valori corrispondenti ai finanziamenti illecitamente percepiti assicurando così con immediatezza le “azioni di recupero”, che altrimenti le “procedure di infrazione” delle istituzioni Ue porrebbero a carico dell’Italia e conseguentemente del comparto agroalimentare nazionale con decurtazioni sulle assegnazioni dei fondi della Politica Agricola Comune.

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