Un incontro che ha rappresentato lo spirito di questa edizione del Macfrut, quello che si è svolto nella corso della fiera cesenate che chiuderà i battenti oggi, improntato sul ruolo che l’ortofrutticoltura del bacino del Mediterraneo giocherà nello scenario internazionale nell’imminente futuro.
Al focus “Il sistema ortofrutticolo nei Paesi dell’Africa Sub-Sahariana: necessità e opportunità”, hanno preso parte diversi ambasciatori dei Paesi sub sahariani, imprenditori e rappresentanti di associazioni di produttori africani (provenienti da Nigeria, Uganda, Ghana, Tanzania, Kenya, Senegal e Stati del Maghreb) che hanno approfittato del dibattito per illustrare le problematiche del settore agroalimentare del continente africano, ma anche per ringraziare gli organizzatori di Macfrut dell’opportunità fornita, riportando testimonianze toccanti che hanno emozionato i relatori.
A luglio Macfrut aveva incontrato alla Farnesina (Ministero degli Esteri) 23 Ambasciatori del continente africano (soprattutto dell’area sub sahariana), riallacciando recenti e più “longevi” rapporti con tali realtà. Ritornando all’incontro a Macfrut, vi hanno preso parte: Massimo Zaurrini, direttore di “Info Africa”, in qualità di moderatore; Gian Luca Bagnara, assessore alle politiche agroalimentari della provincia di Forlì-Cesena; Aride Paoletti, del collegio dei periti agrari di Forlì-Cesena, che ha relazionato su “Produzione e produttività: selezione delle varietà, fertilizzanti, conservazione del suolo, irrigazione e meccanizzazione”; Andrea Pedrazzini, del consorzio Cermac, che ha parlato di stoccaggio, catena del freddo e packaging, illustrando in particolare le varie tecniche di conservazione; e Dino Abbascià, presidente Fida (Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione) che ha spiegato come i mercati subsahariani stiano diventando un target commerciale molto importante per le attività italiane.
Già, perché il sistema ortofrutticolo europeo sta assumendo un assetto di progressiva meridionalizzazione sia per l’anticipo del calendario di produzione che per la tendenza a ridurre i costi della produzione stessa. La distribuzione organizzata europea guarda con grande attenzione a questa evoluzione e già oggi si approvvigiona con regolarità dalle principali aree di produzione della riva sud. Con una incognita: si potrà mantenere l’attuale ritmo di sviluppo se vari Paesi in questo ultimo biennio stanno attraversando una fase di instabilità politico istituzionale? E qui emerge il ruolo di Macfrut –che non è solo una semplice fiera (o vetrina) di settore- ma con la partecipazione di esperti internazionali, operatori leader dei vari comparti e buyers identifica i ritmi di sviluppo e le prospettive nel prossimo futuro. Un sintomo della straordinaria efficacia di Macfrut si nota nella forte crescita della partecipazione dei Paesi del bacino mediterraneo all’edizione 2013. In effetti cooperare e avere rapporti privilegiati con i Paesi di quella particolare zona dell’Africa significa dare sbocco non solo ai loro mercati ma anche a quelli italiani, poiché gli Stati emergenti cominciano a consumare, ad assaporare e a gradire particolarmente i prodotti nostrani.
Nell’agribusiness il continente africano offre grandi opportunità tant’è che i grandi gruppi se ne sono già accorti ma anche i consorzi di produttori potrebbero avere ruoli fondamentali in un territorio in cui il ceto medio/alto ha già preso l’abitudine di fare acquisti al supermercato.
Parlando di dati specifici, l’importazione di prodotti agroalimentari in Africa cresce annualmente del 3,4% e la richiesta tende a salire. Il dialogo fra territori appare quanto mai fondamentale per creare legami fra i tessuti produttivi, che porterebbero benessere in un continente dalle grandi potenzialità e consentirebbero all’Italia l’apertura di nuovi mercati.
