Cresce la filiera dei prodotti di qualità, ma diminuiscono i produttori. I prodotti Dop (Denominazione origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta) e Stg (Specialità tradizionale garantita) si confermano componente significativa della produzione agroalimentare italiana e fattore di competitività delle realtà agricole locali.
Pur mantenendo talune caratteristiche tipiche dei prodotti di nicchia e nonostante il calo dei produttori registrato nel 2012, il comparto dei prodotti di qualità va assumendo nel tempo dimensioni sempre più importanti. Nel periodo 2004-2012 si registra un consistente aumento del numero delle specialità riconosciute e di quelle attive, dei produttori e delle strutture produttive (allevamenti e superficie); più contenuto, invece, l’incremento dei trasformatori.
In particolare, tra il 2004 e il 2012, le Dop, Igp e Stg riconosciute dall’Ue passano da 146 a 248 (102 prodotti in più, +69,9%) e le specialità attive da 129 a 243 (114 prodotti in più, +88,4%). I produttori salgono di 20.955 unità (+38,7%) e gli allevamenti di 14.245 strutture (+49,9%). La superficie aumenta di 46.138 ettari (+40,7%) e i trasformatori di 1.270 unità (+22,1%).
Gli operatori fuoriusciti superano i nuovi entrati. Nel corso del 2012 entrano nel sistema delle certificazioni 9.493 nuovi operatori (8.854 produttori e 1.114 trasformatori), che compensano solo parzialmente l’uscita di 13.410 operatori (12.893 produttori e 933 trasformatori). Il tasso di rinnovamento permane piuttosto sostenuto: i nuovi ingressi fra gli operatori si registrano prevalentemente nel settore dei formaggi (4.631) e degli ortofrutticoli e cereali (1.789). Le cessazioni risultano più consistenti nel settore dei formaggi (7.989 operatori) e degli oli extravergine (2.627 operatori); questo andamento influisce sull’intero comparto dei prodotti di qualità, che registra complessivamente un saldo negativo di 3.917 unità tra operatori entrati e fuoriusciti dal sistema di certificazione.
A quota 98 i riconoscimenti per ortofrutticoli e cereali
Gli ortofrutticoli e cereali rappresentano il settore più numeroso, con 98 specialità riconosciute, 33 Dop e 65 Igp (reccord nell’Ue); solo tre Igp risultano ancora non attive. Nel corso del 2012, fra i nove nuovi riconoscimenti conseguiti dall’Italia, quattro sono ortofrutticoli e cereali; si tratta di diversi tipi di frutta (Uva di Puglia, Limone di Rocca Imperiale, Ciliegia di Vignola e Susina di Drò). Fra gli ortofrutticoli e cereali si contano prodotti molto diffusi (Mela Alto Adige o Sudtiroler Apfel, Mela Val di Non, Pesca e nettarina di Romagna, ecc.) accanto a tipiche produzioni di nicchia (Cappero di Pantelleria, Asparago verde di Altedo, ecc.). L’attività di trasformazione consiste spesso solo nel confezionare (selezionare, calibrare, ecc.) le produzioni ortofrutticole e cerealicole che, tal quali, costituiscono prodotti Dop e Igp. Solo per pochi prodotti viene eseguita una fase di trasformazione (Farina di Neccio della Garfagnana, Oliva Ascolana del Piceno, ecc.).
Il settore degli ortofrutticoli e cereali comprende 17.442 operatori, di cui 16.767 produttori, che utilizzano 51.902 ettari (in media 3,1 ettari per produttore), e 1.170 trasformatori con 1.216 impianti. Rispetto al 2011 si registra un aumento sia dei trasformatori (+78 unità, +7,1%) e degli impianti (+96 strutture, +8,6%), sia dei produttori (+146 unità, +0,9%) e della superficie (+2.086 ettari, +4,2%). Nel corso del 2012 entrano nel settore 1.789 nuovi operatori a fronte di 1.525 fuoriusciti (Tavola 4). La gestione femminile riguarda il 21,4% delle unità produttive e il 15,8% delle imprese di trasformazione. Il 73,2% dei produttori è localizzato in montagna e il 17,5% in collina. Oltre il 40% dei trasformatori svolge contemporaneamente anche l’attività di produttore.
La coltura più estesa è il melo, coltivato sul 44,9% della superficie dal 67,1% dei produttori; segue l’arancio con il 9,9% dell’area utilizzata. Le regioni più importanti nella filiera degli ortofrutticoli e cereali sono Trentino-Alto Adige e Sicilia. In Trentino-Alto Adige è concentrato il 64,5% dei produttori che coltiva il 43,4% della superficie certificata, grazie soprattutto agli impianti della Mela Val di Non in provincia di Trento e della Mela Alto Adige o Sudtiroler Apfel in quella di Bolzano. I trasformatori sono maggiormente presenti in Veneto e Calabria con 314 e 205 imprese di lavorazione.