PATATE: VOLUMI SCARSI IN EUROPA, SEMINE IN RITARDO DI DUE MESI PER IL MALTEMPO

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Semine in ritardo da uno a due mesi per le patate a causa delle copiose piogge primaverili in buona parte d’Europa. Ad annunciarlo è il Cepa, Centro di Documentazione della Patata. Nella zona centrale del Vecchio Continente, invece, alcuni periodi prolungati di siccità hanno causato una sensibile perdita di produzione, sia per il protto fresco che da industria.

Proprio l’industria, a causa anche di una forte domanda di merce, non avrà sufficiente prodotto da lavorare.

Per quanto riguarda l’Italia i produttori dell’Emilia-Romagna, in particolare, hanno terminato le scavature delle patate da consumo, ed il prodotto è stato conferito alle strutture che aderiscono al "Conto deposito" previsto dal "Accordo quadro". I dati elaborati confermano la prevista riduzione della produzioni del 15% circa mentre si può confermare la buona qualità dei tuberi in conservazione. Anche per il resto dell’Italia si conferma una riduzione della produzione che nella media sarà superiore al 20%. Il dato definitivo lo si potrà conoscere solo dopo le ultime scavature delle varietà tardive.

A livello europeo il deficit produttivo di patate per il consumo fresco, di buona qualità è ancora più evidente: lo dimostra l’innalzamento del prezzi delle patate da consumo. Le patate di qualità (di calibro più ridotto rispetto al 2012), sono offerte dai produttori stranieri di Francia, Germania ed Inghilterra a prezzi variabili dai 25 ai 30 cent al chilo. franco partenza.

Le informazioni desunte indicano cali produttivi importanti in Germania e soprattutto in Baviera e Sassonia dove si stanno scavando patate con rese produttive basse a causa dei piccoli calibri e il deficit produttivo sembra essere molto importante. I dati sono confermati dal fatto che in questo Paese il prezzo delle patate al consumo è molto alto, superiore del 45-50% rispetto agli anni scorsi.

Anche in Francia, pur non disponendo ancora di dati definitivi poiché le scavature sono in corso, si prevede una inferiore disponibilità di prodotto commercializzabile a causa dei minori calibri e il dato trova conferma nell’impennata dei prezzi praticati all’importazione aumentati di 4-5 cent/kg in pochi giorni. E’ necessario ricordare che l’Italia non è autosufficiente: a fronte di un fabbisogno di 2,2-2,3 milioni di tonnellate, la produzione 2013 sarà di circa 1,5 milioni di tonnellate o poco meno; ciò comporterà un notevole deficit della bilancia commerciale.

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