Il porto di Genova ha movimentato nel 2012 circa 2 milioni di TEU (l’unità di misura di carico corrispondente ad un container ISO di lunghezza 20′ ovvero di 6,10 m) e per crescere nel futuro punta sulla costruzione del corridoio ferroviario europeo Genova-Rotterdam ovvero tra il principale porto italiano e il principale porto europeo.
Il principale ostacolo al progetto – ha spiegato ieri al sito francese Econostrum l’economista Andrea Migliardi, analista della Banca d’Italia – è rappresentato dagli aspetti finanziari. Si tratta infatti di un’opera dal costo complessivo di 6,2 miliardi di euro a fronte di una disponibilità finanziaria attuale di 1,8 mld, corrispondente a meno di un terzo del totale. Tuttavia, la realizzazione dell’opera è considerata per Genova e il suo porto di vitale importanza. Sono infatti 3.600 i camion che ogni giorno intasano l’area portuale genovese e solo uno ‘sfogo’ ferroviario può risolvere il problema.
Nel frattempo sono in corso nel porto – informa Econostrum – lavori di dragaggio che porteranno Genova alla capacità di movimentare 800 mila conteiner in più all’anno. Se tutti questi contenitori dovessero salire su camion l’intasamento non solo dell’area portuale ma anche della rete autostradale attorno a Genova si avvicinerebbe al punto critico. Migliardi sottolinea l’importanza del traffico container refrigerati, che è in continua crescita e ha enormi prospettive per il futuro. Così come la crescita dell’internazionalizzazione del porto, con gli operatori stranieri che sono già oggi in netta maggioranza rispetto a quelli italiani. Solo le compagnie marittime asiatiche coprono il 18% del traffico del porto, che impiega nel complesso delle diverse attività ben 37 mila persone. Il terminale di Genova Voltri, a sua volta, gestito dalla PSA, ha mosso 980 mila TEU nel 2012. (a.f.)
