COME CAMBIANO LE ABITUDINI DI ACQUISTO DEI CONSUMATORI LUCANI

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Per la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) della Basilicata la brusca frenata dei prezzi di frutta (-7,2 per cento) e verdura (-6,7 per cento) nel mese di luglio non basta a far riprendere i consumi alimentari, comunque segnati da un aumento di tre punti percentuali su base annua. Ed è così che le famiglie continuano a farsi i conti in tasca anche davanti a cibi e bevande.

Si conferma la tendenza per più di un italiano su due (53 per cento) di comprare solo con promozioni e offerte speciali. “Da noi” sottolinea il direttore regionale della Cia Luciano Sileo “è ormai consuetudine vedere consumatori del cosiddetto ceto medio chiedere al fruttivendolo di quartiere due-tre pezzi di melenzane, pesche, zucchine, carote. Si compra così: la minima quantità e con i prezzi più contenuti”. “Si comincia a diffondere nei due capoluoghi come nei centri minori anche quella tendenza registrata in tutto il Paese di anziani, piuttosto che lavoratori in cassa integrazione, che chiedono all’ambulante di frutta e verdure prodotti deteriorati dal caldo che andrebbero a finire altrimenti in spazzatura. Quanto alla differenza di prezzi, rispetto alle stagioni estive passate” evidenzia il direttore della Cia “cambia poco tra il fruttivendolo del centro e quello di periferia, tra gli stessi e l’ambulante (che rischia quotidianamente la multa dei vigili urbani) se non per la quantità: acquistare una cassetta o almeno 3 chili di percoche dall’ambulante consente un risparmio anche di un terzo”.

La Cia ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per regolare i rapporti tra agricoltura e Gdo (Grande distribuzione organizzata). L’obiettivo è di promuovere e commercializzare i prodotti locali che siano tracciabili e identificabili nel territorio rurale di produzione, aprendo nuovi spazi di mercato a produzioni alimentari e tipiche lucane anche di nicchia. 

“E’ dunque un ulteriore sostegno che intendiamo dare all’impegno della Regione in direzione del riconoscimento del marchio di tutela – conclude Sileo – rafforzando la rete di prodotti Dop, doc, docg e igp ‘made in Basilicata’, e dei programmi di filiera agro-alimentare che saranno sostenuti anche attraverso i PIF (Progetti Integrati di Filiera) per far arrivare i nostri prodotti attraverso le catene della Gdo in supermercati del Nord-Centro Italia".

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