MELE, VARCHI IN GERMANIA PER ITALIA E FRANCIA

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Per le mele in Germania è una delle annate peggiori dal 2003, colpa di una primavera fredda. Nella Bassa Elba, la regione tedesca più settentrionale per la produzione melicola, il calo sulla passata campagna sfiora il 30%. Ma anche nel sud, in Baviera, la perdita è intorno al 18% e del 12 a est, in Franconia.

 

Le Jonagold sono date in calo complessivamente del 24% e le Jonagored del 39%. Attorno al Lago di Costanza, dove si concentra la produzione tedesca più importante, il calibro dei frutti è di 5-6 millimetri inferiore alla norma e anche ciò, alla fine, incide sul tonnellaggio, che è intorno alle 221 mila tonnellate a sud, 201 mila a nord, 123 mila al centro e a est. Questi dati si desumono dalle previsioni Prognosfruit, presentate a Praga dall’8 al 10 agosto dal WAPA, l’organizzazione mondiale dei produttori di mele e pere alla quale, per l’Italia, aderiscono Assomela e CSO.

Abbiamo scritto ieri (leggi news) del mercato melicolo in Italia e Polonia, i due maggiori players, ma vediamo, oltre che in Germania, come si presenta la situazione nel resto d”Europa, in Ucraina e in Turchia. In Francia la produzione di mele si presenta in ritardo di due settimane per le varietà precoci ma è in recupero rispetto a un pessimo 2012, soprattutto nella Loira e nel Limousin, e supera di poco il milione e mezzo di tonnellate, confermando il Paese come terzo produttore europeo. Per le varietà tardive è prevista una crescita del calibro. La Golden si riprende un buon 54%, la Fuji sale del 61%, la Braeburn recupera il 39.

Perde posizioni il Belgio, che crede meno delle mele a vantaggio di altre produzioni: 201 mila tonnellate sono le previsioni finali del raccolto che segna un meno 9%. Leggero incremento produttivo invece in Olanda con 297 mila tonnellate (+6%). Nel Regno Unito produzione a 199 mila tonnellate con un significativo 23% di aumento sulla precedente campagna.

Veniamo alla Spagna: un gigante ortofrutticolo che nelle mele sta nel mazzo dei Paesi europei di media produzione. La Spagna produce meno della Germania e dell’Ungheria nella Comunità e anche molto meno dell’Ucraina se si guarda alla totalità del continente: le mele spagnole si dovrebbero attestare nel 2013-14 a 418 mila tonnellate, con un ritocco dell’8% sulla precedente campagna ma sempre sotto rispetto al picco produttivo del 2005 (-21%). La Catalogna copre la metà della produzione spagnola, concentrata soprattutto nella provincia di Lerida. La qualità è buona.

La piccola Slovenia registra un eccezionale incremento produttivo (76 mila tonnellate, +69%), mentre l’Austria è ferma (155 mila tons, -1%) e perde qualità con calibri piccoli. In Europa centrale l’Ungheria resta un colosso (588 mila tonnellate) anche se perde il 21% mentre la Repubblica Ceca con 145 mila tonnellate sale del 23%.

Fuori dai confini della Comunità Europea, l’Ucraina ha una produzione di un milione 177 mila tonnellate in aumento del 5%; anche la Russia produce (nelle regioni meridionali attorno al Mar Nero e nella regione caucasica) e sono un milione e 400 mila tonnellate malgrado gravi danni da grandine. Infine la Turchia, che batte persino l’Italia a livello quantitativo, con due milioni 681 mila tonnellate di raccolto previsto e un +10% sulla precedente campagna. Il succo di questa rapida carrellata europea? Il calo della produzione tedesca (-17%) apre varchi commerciali all’Italia, alla Polonia e alla Francia in un grande mercato di consumo. Se la produzione polacca sarà ancora una volta attratta dal mercato russo, dove la produzione interna è calata, la ‘partita tedesca’ sarà giocata da Italia e Francia, con quest’ultima in possibile recupero sui ‘cugini’ storici concorrenti. (A.F.)

 

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