MELONI, FRANCESCON: “AL COMPARTO MANCA UNA “CULTURA” DELL’EXPORT”

Condividi

“Nel comparto dei meloni l’Italia è poco competitiva all’estero. Per il nostro Paese è l’ennesima occasione mancata, perché gli sbocchi commerciali fuori dai confini nazionali ci sono, eccome. Ma per sfondare serve molta organizzazione e basi solide”. A disegnare il quadro a tinte fosche sulla scarsa tendenza all’export-oriented del Belpaese è Bruno Francescon (nella foto).

L’imprenditore mantovano è a capo di uno dei colossi del comparto meloni in Italia. “Siamo tra i pochissimi in grado di esportare in maniera organizzata il nostro prodotto”, afferma Francescon. "Non lo dico per vanto o per arroganza. Credo infatti che nel nostro settore, a parte un paio di casi, manchino aziende grandi e organizzate in modo adeguato per affrontare in maniera davvero competitiva i mercati esteri. In Italia sui meloni manca la cultura dell’export. Serve avere una precisa pianificazione, approcciare il mercato nel modo giusto. La maggior parte delle imprese italiane invece considera le esportazioni più come dei tappa buchi che come una vera e propria strategia commerciale. Noi invece l’estero è parte fondante della nostra strategia che portiamo avanti da almeno quindici anni”.

“Il problema di fondo sta nella composizione delle aziende che producono e commercializzano meloni – aggiunge con amarezza Francescon –. Sono mediamente piccole e non ben organizzate. Il contrario di ciò che dovrebbe essere un’impresa dedita all’esportazione. Per il bene del comparto invece credo che sarebbe più salutare una maggiore concorrenza sull’export. Il mercato estero sarebbe pronto a importare prodotto italiano. Se dall’Italia partissero per l’esportazione volumi più consistenti di prodotto ne guadagneremmo anche in immagine. Ma ci mancano i numeri. All’estero non siamo considerati. E intanto i competitors, a partire dalla Spagna, ne approfittano”.

L’impresa di Rodigo esporta circa il 40% della propria produzione, che quest’anno toccherà complessivamente le 40 mila tonnellate, circa il 15% in più rispetto al 2012. Da quest’anno inoltre è partita la produzione in Senegal, nella zona di Dakar, dove, in collaborazione con un’azienda spagnola, su un’areale di 60 ettari. “Grazie a un ciclo produttivo più lungo la qualità dei frutti coltivati nel Paese africano è di altissimo livello che abbiamo spedito, già da marzo, sia nella gdo italiana, per circa il 70% del totale commercializzato, sia all’estero, per il restante 30%. Abbiamo avuto ottimi riscontri sul mercato e tra gli operatori. Nel 2014 aumenteremo le piantagioni fino a superare i 100 ettari e anticiperemo il raccolto a febbraio”.

“Infatti uno dei nostri obiettivi nei prossimi cinque anni – sottolinea l’imprenditore lombardo – è stimolare il consumo di melone già nei primi mesi dell’anno. Credo che una della chiavi di volta per il settore sarà anticipare il calendario delle produzioni e i consumi e accompagnare lo stesso consumatore in tale processo. Ad oggi in Italia il 90% dei consumatori mangia melone solo nei mesi estivi, in altri Paesi la percentuale scende al 60%. Il consumo durante l’estate va benissimo ma il nostro obiettivo è far comprendere che si può mangiare melone di alta qualità anche a febbraio o marzo”.

Francescon si sofferma poi sull’andamento della campagna 2013. Buona la campagna siciliana in maggio, con prezzi soddisfacenti, più alti degli altri anni.

“Tuttavia – sottolinea il produttore mantovano – abbiamo riscontrato in certi casi una qualità insoddisfacente. Alcuni produttori locali, infatti usano tecniche produttive esasperate puntando tutto sulle quantità a discapito della qualità. Dal prossimo anno prenderò le distanze da chi opererà in questo modo scegliendo tecniche agronomiche sbagliate e dannose per l’immagine del settore”. Per quanto riguarda giugno “si sono visti prezzi molto alti, anche il 20% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I picchi speculativi continueranno fino alla fine di luglio. Dalla seconda metà di luglio il prodotto inizierà a scarseggiare. Il picco di produzione sarà nella prima decade di agosto, mentre il finale di stagione rientrerà nella normalità. La nostra azienda inoltre tra agosto e settembre si concentrerà sull’export verso i Paesi del Nord Europa dove il consumo e il mercato è piuttosto stabile”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

 

Copyright CorriereOrtofrutticolo.it sul testo utilizzabile solo citando la fonte: www.corriereortofrutticolo.it

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE