MELE E PERE NEGLI USA, GRANATA (MELINDA): “ACCORDO MAI STATO COSÌ VICINO”

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“Non voglio farmi troppe illusioni, ma se l’accordo si dovesse davvero chiudere, per le mele italiane si aprirebbe una porta fondamentale per l’export”. Luca Granata (nella foto), direttore generale di Melinda, vuole volare basso e rimanere molto cauto. Lo impone l’argomento, l’accordo per l’esportazione di mele e pere made in Italy negli Usa (leggi news), su cui si discute da anni.

Un’intesa tuttavia in cui sembra davvero a un passo l’ultimo metro del lungo e tortuoso tragitto verso la meta. “Non siamo mai stati così vicini nel chiudere questo patto. Sulla carta, anche dal punto di vista burocratico, sembra fattibile. L’Italia dal canto suo non ha nulla da perdere. Finora nemmeno un chilogrammo di ortofrutta italiana ha mai varcato le dogane statunitensi, sebbene sia stato fatto l’impossibile per cercare di abbattere le barriere fitosanitarie finora imposte dal Paese nordamericano. È chiaro quindi che sul tema c’è un’attenzione e un interesse elevatissimo. Se dovesse davvero chiudersi l’intesa potrebbero partire per la prima volta le prime mele (e pere) italiane verso gli Stati Uniti. Un primo importantissimo varco verso un mercato dalle enormi potenzialità".

"Un mercato, quello statunitense, – sostiene Granata – verso cui non ci sarebbero nemmeno costi di esportazione così elevati e comunque in linea con quelli di altri Paesi. Con 4 mila euro, infatti, potremmo inviare un container di mele a New York. Che significa 20 centesimi al chilo. Un costo tutt’altro che proibitivo”, sottolinea il direttore generale di Melinda.

L’accordo, secondo Granata potrebbe inoltre avere dei risvolti positivi anche per lo stesso mercato americano. “Pensiamo al vino italiano esportato negli Stati Uniti in volumi sempre maggiori. Un grande successo che ha trainato anche il settore vitivinicolo statunitense, che ha trovato più benefici che danni dall’exploit del vino italiano negli Usa. Sono convinto che la stessa cosa potrebbe accadere anche con l’ortofrutta”.

“Questa settimana – conferma Granata, come anticipato dal Corriere Ortofrutticolo venerdì scorso – ci saranno i controlli dell’ispettorato Aphis – (Animal and Plant Health Inspection Service) servizio dell’Usda, dipartimento dell’Agricoltura degli Usa, ndr – ai centri di confezionamento seguite da verifiche in campo che potrebbero dare qualche ulteriore indicazione”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

 

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