DALL’AGATA (BESTACK): “IMBALLAGGIO FONDAMENTALE PER VALORIZZARE MADE IN ITALY NEI NUOVI MERCATI”

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Polonia: uno degli Stati emergenti nel settore ortofrutta. In questo Paese l’andamento commerciale registra un aumento esponenziale delle esportazioni, raddoppiate dal 2004 ad oggi, che nel 2012 hanno raggiunto la soglia di 1,3 milioni di tonnellate di ortofrutta, quasi un terzo di quelle italiane. Così come le importazioni, assestate oltre 1,2 milioni di tonnellate.

Per conoscere da vicino le possibilità offerte da questo mercato, Macfrut insieme al Centro Servizi Ortofrutticoli (CSO) ha organizzato – nell’ambito delle attività di internazionalizzazione – un’importante missione commerciale in Polonia, che ha coinvolto le imprese espositrici alla kermesse ortofrutticola cesenate, impegnate per tre giorni in visite alle aree di produzione, ad alcuni magazzini di lavorazione e a punti vendita delle più rappresentative catene della Gdo presenti a livello locale.

Hanno partecipato alla missione Assomela, Jingold, Cervati, Infia, Graziani, Montini e Bestack, consorzio che riunisce a livello nazionale i produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta, con sede a Forlì.

Claudio Dall’Agata (nella foto), il direttore del consorzio, spiega come la trasferta in Polonia sia stata interessante per comprendere le dinamiche di questo mercato emergente e le prospettive di sviluppo per il settore, aprendo uno spazio di riflessione su come orientare al meglio la produzione di imballaggi a sostegno dell’ortofrutta made in Italy.

“Abbiamo scelto di partecipare alla missione in Polonia perché l’attività di ricerca, e quindi la conoscenza dei mercati di sbocco del prodotto dei clienti delle nostre aziende socie, è determinante per il collocamento degli imballaggi – esordisce Dall’Agata – L’Italia in ambito ortofrutticolo esporta circa il 40% di quello che consuma a livello domestico: i volumi parlano di oltre 4 milioni di tonnellate di ortofrutta esportate ogni anno. Ma le dinamiche dei flussi delle esportazioni sono assolutamente fluide. Soffrono le quote italiane nei mercati tradizionali, Germania in primis, e crescono invece le esportazioni nell’Europa dell’Est, in Russia e in Nord Africa. Crescono anche, in termini percentuali, le possibilità offerte dai Paesi dell’Oltremare, grazie alle recenti aperture dei mercati, quello coreano in primis per il kiwi. La prima considerazione che emerge da questa fotografia è che, per supportare e valorizzare al meglio l’ortofrutta italiana, anche il ruolo dell’imballaggio è determinante: distanze più lunghe nei trasporti richiedono imballaggi più resistenti alle sollecitazioni”.

La visita ai centri di lavorazione ha permesso di constatare come dal punto di vista tecnologico queste realtà non hanno nulla da invidiare alle nostre aziende: la tecnologia è spesso di provenienza italiana, specie per quanto riguarda gli impianti di selezione. La visita ai punti vendita della GDO ha permesso di comprendere le peculiarità del mercato distributivo polacco. Oltre ad insegne ben note come Carrefour e Tesco, in Polonia giocano un ruolo importante anche le insegne polacche Alma e Biedronka, tra loro agli antipodi nel posizionamento commerciale.

Alma è un’insegna di elevatissima qualità, localizzata solo nei grandi centri, che ha un assortimento esclusivamente alimentare, dove Made in Italy è un brand assoluto.

Biedronka è l’insegna leader del mercato polacco molto vicina ai soft discount italiani (ha oltre 2.000 punti vendita e presidio capillare del territorio). In entrambi i casi ci sono opportunità per la frutta italiana.

Infine è stata fatta una visita al mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Varsavia, il più grande dell’Est Europa, dove ogni anno vengono movimentate 1,3 milioni di tonnellate di ortofrutta: è cinque volte più grande di quello di Bologna, per dare un’idea. In Polonia infatti i mercati generali hanno ancora una forte importanza: se in Italia gli acquisti per il consumo domestico di frutta e verdura avvengono per circa il 60% nella Gdo e per il restante 40% al dettaglio tradizionale, in Polonia succede esattamente il contrario. Il 60% dell’ortofrutta viene acquistato presso i mercatini, nei negozi, nelle botteghe alimentari.

“Interessante, sempre sul fronte degli imballaggi, è risultata la scelta del mercato di Varsavia di investire sulla realizzazione di una moderna piattaforma di picking e confezionamento per la Gdo – sottolinea il direttore di Bestack – E’ stato infatti approvato un progetto per il riconfezionamento del prodotto in import in confezioni e imballaggi standardizzati destinati alle catene della moderna distribuzione”.

La Polonia è un Paese che sta crescendo molto anche dal punto di vista dell’import, che è aumentato del 20% negli ultimi tre anni. A fronte di questa crescita, però, non sono aumentati i volumi di prodotti ortofrutticoli italiani esportati in Polonia negli ultimi anni: “Ciò significa che abbiamo perso delle opportunità, – continua Dall’Agata – sia dal punto di vista del prodotto, che dei servizi: e in quest’ultimo aspetto gioca un ruolo fondamentale anche l’imballaggio”.

E’ necessario, secondo il direttore di Bestack, lavorare sui calendari di commercializzazione, che sono ancora troppo ristretti rispetto a quelli di altri Paesi concorrenti e avere un approccio più strategico verso l’export, per avere dei prezzi più soddisfacenti. L’imballaggio può giocare un ruolo strategico nelle politiche di marca. Nel mercato polacco c’è infatti un ampio spazio per la personalizzazione del prodotto e il valore del marchio ‘Made in Italy’ gode di un grande vissuto. Gli imballaggi in cartone ondulato, in questo senso, possono rappresentare il naturale supporto per stampare l’italianità della provenienza sulla confezione, oltre a essere preferibili sulle lunghe distanze in export grazie alla loro leggerezza, sostenibilità e totale riciclabilità: sono quindi in grado di valorizzare al meglio l’ortofrutta italiana e renderla più competitiva sui mercati internazionali.

Innanzitutto la loro qualità è certificata dal marchio Bestack Quality Approved (BQA), applicato agli imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta che hanno superato – e che rispettano nel tempo – determinati test di prestazione e dimensione definiti. La certificazione garantisce identiche dimensioni di impilamento per formato, facilitando così la composizione dei pallet misti nelle piattaforme di scambio e riducendo quindi i costi della logistica. Inoltre garantisce prestazioni tecniche di compressione dell’imballaggio superiori rispetto a quelle previste dalla normativa vigente: ciò significa che gli imballaggi Bestack Quality Approved sono più resistenti allo schiacciamento e sono quindi una garanzia per la preservazione del prodotto, particolarmente adatti quindi ai trasporti di lunga distanza all’estero.

Gli imballaggi in cartone ondulato sono inoltre la soluzione più sostenibile per movimentare frutta e verdura. Bestack infatti impone ai propri soci di impiegare carte con certificazione di sostenibilità ambientale e in particolare ottenute da legno coltivato in apposite piantagioni gestite con piani di reimpianto superiori a quelli di taglio (per ogni albero tagliato ne vengono piantati tre). Infine, sono la soluzione più igienica per il packaging di ortofrutta, in quanto il cartone ondulato, per sua stessa natura, trattiene parte della carica batterica trasferendone meno sul prodotto contenuto”.

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