QUELL’ABBRACCIO TRA LA DE GIROLAMO E DE CASTRO

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L’abbraccio caloroso tra un sorridente Paolo de Castro e il neoministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, segna il primo punto a favore del più giovane componente dell’Esecutivo guidato da Enrico Letta, appunto la 37enne avvocatessa beneventana, di cui finora non si conoscevano particolari interessi verso l’agroalimentare, se non nella biografia paterna come presidente del locale Consorzio agrario.

Da un ministro iper-tecnico come Mario Catania a un ministro tutto politico come la De Girolamo il salto è davvero grande, tant’è che si era parlato di un ritorno di Catania al ministero in qualità di viceministro, per offrire un forte supporto di continuità in una fase delicatissima di trattative europee e con una struttura ministeriale destrutturata dallo scandalo del ‘centurione’ Ambrosio e dai tanti pensionamenti dei vertici degli organigrammi interni. La foto-opportunity del neoministro col presidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento testimonia di una sintonia con un “interlocutore fondamentale, con il quale sono certa che riusciremo a condurre in porto una riforma della Politica agricola comune adeguata alle caratteristiche e rispondente alle esigenze del mondo agricolo e delle imprese italiane”, come ha dichiarato il ministro.

Un buon viatico per una avventura ministeriale che ha davvero bisogno del sostegno convinto di tutto il Governo, a partire dal presidente del Consiglio (come lo ebbe Catania da Mario Monti), e del raccordo col Parlamento europeo (oggi in veste di co-decisore), per portare a casa risultati significativi nell’ambito della trattativa Pac. Da Bruxelles a Roma prendiamo atto con rammarico che il dopo-Catania segna un ritorno al malvezzo di usare la poltrona di via XX settembre come merce di scambio tra le forze politiche, ma tant’è… d’altronde dopo il tris Zaia-Galan-Romano difficile fare peggio. Quindi meglio puntare sulle qualità di intelligenza, passione ed equilibrio che non mancano al giovane neoministro, certamente consapevole dell’importanza del comparto agroalimentare, seconda voce dell’economia nazionale dopo il manifatturiero, bandiera del made in Italy nel mondo e campione di export con i due cavalli di battaglia vino e ortofrutta. Entrambi asset che dovrebbero essere cari al cuore di un ministro che non nasconde l’orgoglio delle sue radici nel profondo Meridione d’Italia.

Nel formulare al neo-ministro i nostri personali auguri di buon lavoro nell’interesse del sistema-paese, contiamo sulla presenza della De Girolamo ai prossimi appuntamenti col mondo dell’ortofrutta, a partire da Macfrut, e poi a Berlino dove l’Italia si confronta col resto del mondo. E dove la presenza di un ministro, nel quadro abbastanza disarticolato delle iniziative regionali e locali, sarebbe un segnale confortante per un comparto che ha un bisogno disperato di fare più sistema.

 

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

 

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