SALTA L’ACCORDO TRA ORTOFRUTTA ITALIA E GDO

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"C’è chi dice no", come recita il titolo di una canzone di un noto cantautore nostrano .“La frase si adatta perfettamente alla situazione di stallo conclusa con un sostanziale nulla di fatto uscita dalla riunione della Oi – Ortofrutta Italia – di venerdì scorso", chiosa il presidente della Cia, Confederazione italiana Agricoltori dell’Emilia Romagna Antonio Dosi (nella foto).

 

"In sostanza è accaduto che su una proposta, condivisa da tutti gli altri componenti l’organismo Interprofessionale, che prevedeva regole comuni per intervenire e gestire situazioni difficili di mercato lavorando sulla trasparenza delle regole, della provenienza e sul governo dell’offerta, togliendo dal mercato del fresco e indirizzando ad altre destinazioni il prodotto di minor qualità, i rappresentanti della grande distribuzione presenti al tavolo (Federdistribuzione e ANCC/CONAD) hanno rifiutato la firma”.

 

"Lo scoglio – aggiunge Nazario Battelli, vicepresidente di Oi e responsabile della Cia nazionale per le politiche di mercato e per le relazioni interprofessionali – ha riguardato la norma che prevedeva uniformità di comportamenti commerciali anche per le merci di produzione non nazionale e quindi provenienti da paesi produttori ‘competitor’ dei nostri agricoltori”.

 

“Applicare regole comuni e omogenee è irrinunciabile – continua Dosi – ed è chiaro il tentativo della distribuzione di voler lavorare anche sulla bassa qualità estera per, nel migliore dei casi, avere un’arma in più per deprimere il prezzo riconosciuto alla produzione ma, nel peggiore dei casi (si sa, a volte pensar male ci si azzecca) avere anche quella tipologia di prodotti dalla provenienza poco chiara: basta fare un giro nei mercati e supermercati per vedere come spesso l’indicazione (obbligatoria) dell’origine sia un optional”.

 

Questa situazione peraltro, ricorda ancora Dosi, si aggiunge ad una circostanza di mercato già depressa dalla vicenda del batterio, ”che pure con frutta e ortaggi non c’entra nulla”, con una produzione normale e adeguata alla domanda ma che, per via della crisi economica ancora ben presente in buona parte di Europa, rischia di vedere contratti ulteriormente i consumi”.

 

“Solleciteremo da subito un intervento delle istituzioni – conclude il presidente Cia – in particolare del ministro Romano, che ha dimostrato nei suoi primi interventi di conoscere ed avere capito quale sia la situazione e su chi e cosa intervenire per risolvere questo oramai annoso problema. Chiediamo infine a tutte le componenti della Interprofessione, che venerdì scorso hanno dimostrato di condividere la linea strategica individuata, la massima coesione nel perseguire l’obiettivo di una equa ripartizione del valore lungo la filiera dell’ortofrutta e nelle azioni che sarà necessario intraprendere”.

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