VERONA: PESCA IN EMERGENZA, BASSA QUALITÀ. SCATTOLINI: “MANCA LA RICERCA”

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Per la pesca veronese è piena emergenza. A confermarlo è il direttore del mercato ortofrutticolo di Villafranca di Verona Luigi Scattolini (nella foto), secondo il quale a causa delle piogge "le pesche marciscono facilmente consolidando l’immagine della frutta di Verona come di scarsa qualità e che deperisce in fretta. Le cause dei problemi però non solo da ricercare solo nel maltempo.

 

 

In un’intervista pubblicata dal quotidiano  L’Arena Scattolini sottolinea che da anni la qualità del prodotto non brilla, il marciume si riscontra costantemente. Ci mancava solo la batteriosi del kiwi (Psa) a dare un colpo mortale a chi, fuggendo dalla Sharka e da compensi poco remunerativi, dal pesco era passato all’actinidia. Ma la causa dei problemi sta a monte.

 

"Manca l’assistenza tecnica all’agricoltore, sul campo", tuona Scattolini. "Se non si produce bene non è solo per le malattie che hanno colpito le nostre colture o per le piogge. Queste sono concause, la verità è che da 10 anni mancano ricerca, approccio sperimentale e tecnici in campo. È lo stesso arco temporale nel quale, non è una fatalità, si sono acuite Sharka sui peschi e Psa sul kiwi. I trattamenti contro la Monilia continuano ad essere pochi, così il prodotto è scadente, per il marciume. Queste cose non sarebbero accadute se si fosse fatta prevenzione, fornendo i mercati di figure di settore".

 

È ciò che è mancato anche a Villafranca, nell’ultimo decennio. Un tempo punto di riferimento e luogo di monitoraggio per gli agricoltori, grazie anche all’assistenza di tecnici, oggi il mercato ortofrutticolo è un mero strumento per commercializzare, tramite sei posteggi, i 130mila quintali di pesche all’anno, conferite da una media di 350 produttori.

 

"Siamo rimasti indietro", continua Scattolini, "la nostra struttura era stata presa ad esempio da enti di altre Regioni. Oggi loro affrontano le crisi stagionali in maniera più efficace, mentre noi abbiamo perso ogni valore".

 

L’unico strumento, secondo il direttore, è ripristinare la figura del tecnico all’interno dei mercati ortofrutticoli, reintroducendo la funzione di assistenza a maggior ragione oggi, che il coltivatore deve fare i conti con la lotta integrata e con i quattro residui ammessi dall’Europa entro il 2012.

 

"Tra il 1999 e il 2000 le organizzazioni professionali con la Regione Veneto hanno chiuso le forme di assistenza tecnica, buttando di fatto alle ortiche trent’anni di esperienza. Anche il servizio fitosanitario regionale è stato reso inefficiente, svuotandolo della sua funzione principale: il controllo del territorio e dei vivai (dai quali, di recente, è partita la Psa del kiwi, ndr) e quindi la prevenzione. A Verona, prima provincia ortofrutticola d’Italia, siamo riusciti persino a chiudere il Consorzio provinciale per l’ortofrutticoltura. Risultato? Dopo 10 anni troviamo un territorio colpito dalla Sharka e dalla Psa e nessuno controlla e monitora".

 

La stagione è partita con prezzi interessanti, tra i 60 e i 70 centesimi al chilo, per pesche gialle e nettarine. Ma ora le quotazioni si sono già abbassate, a 38-40 centesimi e il prodotto scartato per marciume comincia ad aumentare, non solo a Villafranca, ma anche a Valeggio. "Monilia, Sharka, batteriosi del kiwi sono problemi concreti, ma vi si poteva porre rimadio per tempo". "l mercato – conclude Scattolini – deve rimpossessarsi delle sue funzioni: aggregare i produttori, controllare la qualità e ridurre le varietà, formulare i prezzi per tutto il comprensorio, controllare e fungere da sede naturale del prodotto".

 

 

 

 

La stagione peschicola per il mercato di Sommacampagna-Sona (Verona) è iniziata con forte anticipo, circa 7-10 giorni prima dell’anno scorso. "C’è un po’ di preoccupazione per la sovrapposizione con le varietà del meridione; i mercati hanno difficoltà a vendere merce", afferma il direttore del mercato Alessio Giacopini (nella foto qui a fianco).

 

"Le condizioni metereologiche delle settimane scorse", prosegue, "hanno creato preoccupazioni agli operatori dei mercati perché si sono presentati problemi di monilia. Fortunatamente il tempo si sta mettendo al bello, per cui non rischiamo di compromettere la stagione. Questa è partita in modo molto positivo per quanto riguarda la qualità delle pesche precoci. Il caldo di aprile e maggio ha reso il gusto delle pesche precoci molto buono".

 

Precisa Giacopini: "La produzione è mediamente buona; infatti ci sono zone con scarsa produzione e zone con buona produzione. Si prevede un’annata media. Sta arrivando merce con buoni calibri per il periodo. Per i prezzi, siamo partiti un po’ bassi, si aspettava qualcosa di più ma speriamo che col sistemarsi delle condizioni meteo i prezzi raggiungano un livello accettabile per i produttori senza gravare troppo alla fine della filiera sul consumatore".

 

Quanto agli agricoltori, Giacopini spiega che hanno cominciato a utilizzare la tecnica della confusione sessuale per combattere due parassiti del pesco: cydia e anarsia. "Questo metodo", sottolinea, "è stato scelto per ridurre l’uso degli insetticidi e salvaguardare l’ambiente per il quale siamo molto sensibili". A causa della batteriosi gli agricoltori stanno facendo delle valutazioni, prendendosi un’annata o due di riflessione per le scelte future dell’agricoltura locale. "Una via possibile", conclude Giacopini, "sarebbe quella di ritornare a dare nuovamente priorità alla pesca, soppiantata negli ultimi anni il alcune zone proprio dalla coltivazione dei kiwi".

 

 

I VOLUMI DI PRODUZIONE

A Villafranca 130mila quintali di pesche e nettarine conferite da 350 produttori. A Valeggio 130mila quintali di prodotto e 200 produttori. A Sommacampagna lo scorso anno sono stati commercializzati circa 35.000 quintali di pesche, 200 produttori. Quest’anno si prevede un aumento, sui 40 – 45mila quintali. La produzione nel veronese arriva a 500mila quintali, pesche e nettarine vengono prodotte su 2.500 ettari per lo più nella fascia sud ovest. Gli ettari erano 6.000 nel 1994, per 120mila tonnellate.

 

Fonte: L’Arena

Foto, copyright L’Arena

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