FRUIT LOGISTICA CHIUDE. C’ERA TANTA ITALIA MA SERVE PIÙ QUALITÀ, CIOÈ PIÙ SISTEMA

Condividi

Ultimo giorno di fiera a Berlino e sembra che tutto sia già finito ieri pomeriggio. C’e aria di smobilitazione fra gli stand fin dale prime ore del mattino. Fruit Logistica si conferma sempre più "one day show" (il giovedi) anche se quest’anno è parso frizzante anche il primo giorno, mercoledi.

Commenti e valutazioni un po’ più meditate li leggerete nei giorni prossimi qui sul nostro sito e poi sul numero di marzo del Corriere.

Di positivo a Piazza Italia c’e stata finalmente la possibilità di degustare frutta e verdura fresca, proposta dal Cso nell’ambito del progetto Fruitness. Una svolta di cui si sentiva il bisogno. Poi bella l’idea dello stand riciclabile all’insegna della sostenibilità. In giro si è notato un grande attivismo delle Regioni del Sud, in testa la Puglia.

La presenza italiana, come sempre la più numerosa, fa sempre quantità ma dovrebbe fare anche più qualità. Nel senso che si sente la mancanza di una immagine coordinata del sistema Italia qui a Berlino. Ognuno va per conto suo senza un filo rosso che tenga insieme idee, progettazione e stand. Servirebbe una ‘corporate image’ del sistema ortofrutta Italia che qui si presenta frammentato in 2-3-4 padiglioni come un personaggio in cerca d’autore. Se pensate ai costi e agli investimenti che qui fanno le imprese private e gli enti pubblici, viene da pensare cosa si potrebbe fare se ci fosse un coordinamento della presenza e di almeno una parte del budget.

Ma dove sarebbe il coordinatore? Sicuramente in alto, non sicuramente l’Ice che è più un ente operativo. Basterebbe un tavolo al ministero con le Regioni e un ministro competente e autorevole, non destinato a durare qualche mese. In molti stand c’erano più addetti in trasferta che visitatori. Servono idee nuove e progetti condivisi, come ad esempio puntare ogni anno su un mercato diverso, far venire operatori e buyer e presentarsi insieme in una grande iniziativa ‘Buy Italia’.

Insomma non basta esserci, bisognerebbe avere anche qualcosa di nuovo da dire e da proporre. Sogni? Forse. Però resta l’impressione che l’urgenza di esportare di più richieda un salto di qualità da parte di tutti. Organizzare una cena o un cocktail non basta più, forse sono da derubricare fra le spese improduttive. Lo capiranno i burocrati delle Regioni e degli enti pubblici o parapubblici che facevano bella mostra di sé con stand quasi sempre semivuoti?

 

Lorenzo Frassoldati

direttore Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE