PORTO DI TRIESTE: “INVESTIMENTI DA 17 MILIONI PER IL RILANCIO DELLO SCALO”

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Rafforzare i rapporti con i Paesi produttori del bacino del Mediterraneo e in particolare con l’Egitto, nazione che esce da un grave periodo di instabilità politica che ha causato anche una flessione delle esportazioni. E’ la mission che si è posto il Terminal Frutta Trieste (Tft), di proprietà del Gruppo Gavio, con la propria presenza al Fruit Logistica di Berlino.

Beniamino Gavio, leader di uno dei principali gruppi della infrastrutture di trasporto italiani, come sottolinea Il Piccolo di Trieste, ha ribadito a Berlino di non essere interessato alla futura piattaforma logistica di Trieste.

Discorso molto diverso invece per il Terminal Frutta che controlla pressoché in toto e che pare essere il fulcro della sua prossima azione triestina, dopo un calo dei traffici del 20% registrato l’anno scorso a causa delle tensioni sociopolitiche nel Nord Africa. Il futuro del terminal sul Molo V è alla svolta nodale e Beniamino Gavio lascia all’amministratore delegato James Pingani e al direttore Walter Preprost l’onore di spiegare il perché.

"La concessione è scaduta – spiega l’amministratore delegato James Pingani – e siamo in piena trattativa con l’Autorità portuale per il suo rinnovo. Abbiamo chiesto un periodo lungo, trent’anni: siamo fiduciosi di ottenerne venticinque. Ma puntiamo anche a un ribassamento del canone in conseguenza del nostro nuovo piano industriale che prevede un ambizioso piano di investimenti. Vogliamo ampliare la capacità dei nostri magazzini frigoriferi da 18 mila a 30 mila metri cubi e fare una risistemazione completa del terminal che oggi risulta obsoleto. Contiamo di investire 17 milioni di euro nell’arco di 6 o 7 anni, fidiamo nella comprensione e nella disponibilità dell’Authority".

"L’anno scorso – aggiunge il direttore Walter Preprost – abbiamo movimentato 120 mila tonnellate di frutta e verdura, ma il business sta anche nello stoccaggio della merce. Più spazi frigoriferi significa più merce stoccata anche per lunghi periodi: un mese e mezzo o due".

"L’obiettivo – riassume Pingani – è arrivare al raddoppio di merce trattata: da 120 mila a 240 mila tonnellate nel giro di alcuni anni".

Il Terminal Frutta Trieste, che tratta in parte anche caffè e metalli, ha incominciato ad operare nel 1986. Nel 1994, con la "privatizzazione" dei porti in Italia, è andato in concessione alla Compagnia portuale che dieci anni dopo ha venduto la società a Gavio e soci. Il clou della sua attività è concentrato nel periodo tra dicembre e luglio, e gran parte della merce importata proviene dai Paesi mediterranei come l’Egitto che invia soprattutto ingenti quantitativi di patate, ma anche Israele, Cipro e Colombia. Le località di destinazione sono invece concentrate nel Centro-Est Europa: Austria, Germania, Polonia, Ungheria, Olanda, Repubblica Ceca e Slovacchia. "A questa fiera – conclude Pingani – sto notando una presenza massiccia del mondo produttivo. Mi auguro di chiudere qualche buona trattativa". Fonte: ilpiccolo.gelocal.it (fonte: Il Piccolo)

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