RILANCIO EXPORT, CON GARDINI E MARINI SI FARÀ SUL SERIO?

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Novità e svolte ai vertici del mondo associativo agricolo e non fanno ben sperare su una accelerazione nelle politiche nazionali di sostegno all’export. Intanto il nuovo presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini (leggi news). Una carriera tutta sotto il segno dell’agricoltura la sua, fino alla presidenza di Fedagri e di Conserve Italia.

Quindi lo slancio impresso alla aggregazione cooperativa Aci, di cui era il portavoce ‘agricolo’.

Ebbene Gardini, da sempre con la tessera Coldiretti in tasca, negli ultimi anni non aveva esitato a smarcarsi dall’ossessione mediatica sul trittico “vendita diretta, farmer market e km zero” per optare decisamente sulla linea: export, export, export. E non a caso le prime dichiarazioni del Gardini “nazionale” hanno insistito sul tema della internazionalizzazione.

A un certo punto la Coldiretti aveva deciso di aprire il fuoco alzo zero sulla linea Gardini (Macfrut di 2 anni fa), poi però le polemiche si erano smorzate. Adesso capiamo il perché. Sergio Marini, da poco riconfermato per il secondo mandato al vertice Coldiretti, ha ‘aggiornato’ la linea: avanti con la vendita diretta ma anche sbarco in grande stile sui mercati esteri con i prodotti della filiera agricola italiana e lancio all’interno di supermercati e Gdo della ‘Bottega italiana’, spazio dedicato al prodotto Fai- Firmato dagli agricoltori italiani (leggi news).

Non c’è dubbio che è una svolta, che prevede una piattaforma pubblico-privata per i mercati internazionali centrata su un ‘paniere Italia’ di qualità e su un ritrovato rapporto con le catene nazionali della Gdo, in particolare con Coop con cui si sta già lavorando concretamente per lo sbarco nel sistema Coop europeo.

E la linea di Vincenzo Tassinari, n.1 di Coop Italia (“Porteremo sui mercati esteri il meglio del made in Italy”) è destinata a sposarsi con questo ‘nuovo corso’ di Coldiretti. Vedremo chi prenderà il posto di Gardini al vertice Fedagri (corre anche il nome di Davide Vernocchi, un ‘gardiniano’ di stretta osservanza, oggi presidente di Apo Conerpo) ma registriamo che se anche Coldiretti si mette a spingere sul discorso export (finalmente, viene da dire), mobilitando tutta la sua forza organizzativa e mediatica, tema che è già patrimonio di tutto il restante mondo professionale e cooperativo (riunito in “Agrinsieme”), allora si può sperare che qualcosa cambi.

Che la politica e le istituzioni si muovano davvero per aiutare le imprese e portare a casa dei risultati. La retorica sulla qualità e sulle nostre eccellenze ormai ha fatto il suo tempo. E non c’è più trippa per i gatti.

Lorenzo Frassoldati

direttore Corriere Ortofrutticolo

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