Di fronte al crollo della domanda interna, l’export continua a fornire un apporto essenziale a sostegno dell’agricoltura. Con la crisi, infatti, quasi la metà delle famiglie ha alleggerito il carrello della spesa, riducendo ad esempio le quantità acquistate di ortofrutta (il 41,4 per cento) e di carne e pesce (il 38,5 per cento).
Per fortuna, però, il “made in Italy” agricolo vola sui mercati esteri, registrando a novembre un incremento delle vendite oltreconfine del 6,5 per cento tendenziale, che arriva quasi a doppiare la crescita media delle esportazioni (+3,6 per cento annuo). Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati sul commercio estero diffusi dall’Istat. Nonostante le difficoltà del settore, che sconta un’assoluta mancanza di politiche “ad hoc” e aumenti incredibili dei costi produttivi e degli oneri fiscali -sottolinea la Cia- l’agricoltura si dimostra molto vitale ed economicamente strategica per il Paese.
Soltanto l’export di frutta e verdura vale 4 miliardi di euro l’anno, ma c’è ancora un enorme margine di crescita sui mercati stranieri, tanto più che la domanda mondiale, sostenuta proprio dai paesi Bric, è passata da 70 a 170 miliardi di dollari in pochi anni. E’ chiaro però -aggiunge la Cia- che bisogna rafforzare la capacità delle imprese agricole di esportare e investire all’estero, creando strumenti normativi che le sostengano direttamente, semplificando e razionalizzando le risorse, lavorando sulla frammentazione dei soggetti e sulla mancanza di innovazione, promuovendo i prodotti agricoli sulle vetrine internazionali come già si fa per pasta, vino e parmigiano.