NEL 2012 REGISTRATO IL MAGGIOR CALO DI CONSUMI DAL DOPOGUERRA (-4%)

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Il 2012 fa segnare la più ampia contrazione dal dopoguerra (-4%) dei consumi delle famiglie e il 2013 si stima faccia segnare un ulteriore -1,3%. Dopo sei anni di crisi, i consumi degli italiani torneranno in media indietro di ben 17 anni: ai livelli del 1996. Rimarranno in grande difficoltà gli alimentari (la spesa deflazionata procapite piu’ bassa dagli anni ’60).

Sono i dati e le previsioni di Coop, la prima catena della grande distribuzione in Italia all’indomani delle festività desumibili dal Rapporto Coop "Consumi & Distribuzione", redatto in collaborazione con Ref Ricerche e Nielsen. In arretramento anche i viaggi (1994) e la ristorazione (1999). A causa del forte aumento dei prezzi non cambia invece significativamente la spesa per carburanti, utenze, mutui e affitti.

Inattesa vitalità delle vendite della grande distribuzione sotto l’albero: dopo mesi di gelata dei consumi e di un inizio dicembre molto difficile, le famiglie hanno concentrato gli acquisti di cibo e regali in iper e discount nell’ultimissimo scorcio d’anno (+5% nelle ultime 2 settimane).

Il 2012 si chiude con una flessione del Pil quantificabile in un 2,2% ma con un impatto ben più profondo sui redditi delle famiglie e la più ampia riduzione dei consumi dal dopoguerra. L’aggiustamento dei conti pubblici (il debito sfiora il 127% del Pil) la crescita della disoccupazione (oltre il 12%) e il ritorno dell’inflazione (+3% nel 2012) hanno obbligato le famiglie a ridurre la spesa del 4% rispetto all’anno precedente (al netto dell’inflazione).

I consumi degli italiani si sono invece dovuti concentrare sulle spese obbligate (carburanti, utenze, affitti, mutui) che infatti non sono stati toccati dalla crisi e continuano la loro crescita. In questo contesto gli acquisti del largo consumo del 2012 hanno sofferto particolarmente e le vendite della grande distribuzione italiana hanno fatto segnare un andamento negativo (-0,7% a parità di rete e a valori correnti) che ha penalizzato particolarmente gli esercizi piu’ piccoli (libero servizio -2,3%) e quelli piu’ grandi (Iper>2.500 -1,6%) e premiato ancora una volta i discount (+4,6%).

Dal quadro dipinto a tinte fosche degli ultimi mesi si è in parte distinto il mese di dicembre che ha chiuso lievemente sopra i livelli dell’anno precedente. Le prime due settimane del mese, in concomitanza con il pagamento dell’Imu, avevano fatto registrare una brusca frenata (- 4% a parità di rete), mentre gli acquisti delle festività proprio a ridosso di Natale e Capodanno hanno fatto segnare un inatteso progresso tanto che le vendite della grande distribuzione sono cresciute di oltre il 5%.

"I consumi sono diminuiti quattro volte di più di quanto è calata la spesa pubblica e la vera spending review in Italia le famiglie l’hanno fatta a casa propria riducendo gli sprechi e il superfluo anche negli acquisti di Natale -sostiene Albino Russo, responsabile dell’Ufficio Studi Economici di Ancc-Coop (l’associazione nazionale delle cooperative di consumatori) che cura il rapporto annuale "Consumi & Distribuzione".

"Senza possibilità di andare in vacanza – o anche al solo ristorante – gli italiani si sono rivolti alla grande distribuzione per allestire la tavola delle festività e fare i piccoli regali di famiglia. Premiando però soprattutto i formati più economici e convenienti. Nelle ultime due settimane dell’anno infatti fanno segnare un incremento le vendite dei discount (+9% sul 2011) e soprattutto dei formati maggiori -grandi supermercati e ipermercati- (+8%) che in maniera anche un po’ sorprendente danno segni di rinnovata vitalità dopo un periodo difficile".

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