“Troppo semplice comunicare che le quantità di pesche e nettarine che ci sono state assegnate con questo ritiro straordinario è di 7mila tonnellate quando alla Spagna ne sono state accordate quasi 20mila. Viene da pensare che siamo stati penalizzati”. A sostenerlo è Giancarlo Minguzzi (nella foto), presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna nonché presidente della Op Minguzzi di Alfonsine (Ravenna), che, intervistato dal Corriere Ortofrutticolo, interviene sui nuovi ritiri di mercato sulle pesche decisi dall’Ue (leggi news). “La crisi del mercato delle drupacee, pesche e nettarine in particolare, è la conseguenza innanzitutto di produzioni impossibili da controllare sia in Italia che nel resto del sud-Europa. In secondo luogo non possiamo ignorare le quantità magrebine che vengono patentate per spagnole. Infine si evidenzia come stia, invece, migliorando la qualità delle produzioni italiane specialmente in Emilia-Romagna, grazie al grande lavoro di agricoltori, organizzazione di produttori e regione”.
“La differenza delle quote tra Italia e Spagna – ribatte Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo dell’Alleanza cooperative agroalimentari – dipende dal fatto che la Commissione ha deliberato le quote in funzione di un vecchio criterio, che l’Italia ha sempre contestato, che definiva le quote in base ai volumi esportati in Russia fino al 2014”. (m.l.)