ALLARME CONSUMI AL SEMINARIO MARK UP: SERVE PIÙ EXPORT

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Quattrocentottanta persone, il meglio della filiera ortofrutticola italiana (con qualche ‘nobile’ assenza), hanno partecipato ieri mattina a Milano, nella sede del Sole-24Ore, all’Osservatorio Ortofrutta 2012, appuntamento organizzato da Mark Up sotto la regia di Roberto Della Casa (nella foto qui sotto).

Una lezione-show del professore di Bologna, che ha avuto come interlocutori il presidente della Coldiretti Sergio Marini, il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti, il dirigente del ministero dell’Agricoltura Carlo Sacchetto (assente il ministro Catania) e, soprattutto, Vincenzo Tassinari (nella foto sotto), presidente-tranchant del consiglio di gestione di Coop Italia.

Al di là di tutto, al di là dello stesso tema dell’incontro (la sostenibilità nuovo paradigma per il sistema ortofrutticolo) i protagonisti sono stati due: Della Casa e Tassinari. Della Casa ha detto due cose: il sistema ortofrutticolo italiano è costretto a esportare di più e lo può fare solo dandosi un’organizzazione (che evidentemente non ha); alla base di tutto c’è il reddito dell’agricoltore, un reddito che cala da dieci anni: se gli agricoltori collassano, l’ortofrutta italiana sparisce. La formula per uscirne? Mettere insieme soluzioni diverse nella filiera e invertire il trend dei consumi comunicando di più e meglio i contenuti di salute, di qualità, di eccellenza, i valori dell’ortofrutta italiana (ma una risposta univoca non c’è).

Tassinari ha sottolineato che la crisi è generale, i problemi coinvolgono il produttore ma anche i distributori: la situazione "rischia di diventare drammatica". "Abbiamo registrato, in queste settimane – ha aggiunto il presidente Coop – il peggiore autunno di tutti i tempi. E questo perché i consumatori non hanno reddito e pertanto acquistano meno. Se non troviamo le leve giuste, il quadro negativo può peggiorare".

Quali potrebbero essere le "leve giuste"? L’ortofrutta deve promuoversi di più e meglio – è la risposta di Tassinari -, "si vende più acqua colorata di frutta e verdura". La sostenibilità economica, che con consumi, vendite e ricavi calanti non c’è, può essere recuperata con la promozione, in Italia e nel mondo, di quella sostenibilità ambientale e sociale (il lavoro tutelato) che nel nostro Paese invece ci sono ma sono poco conosciute. L’operazione può essere fatta con successo perché "c’è una logica sana dei consumi" a cui l’ortofrutta italiana risponde.

Della Casa ha confermato che negli ultimi 2 anni in Italia il prezzo medio dell’ortofrutta è calato e i consumi, nello stesso periodo, hanno registrato un preoccupante meno 4 per cento. Sergio Marini ha spiegato la filosofia dei farmer markets: trasmettono "la percezione di verità" dell’agricoltura italiana. Ma Marini ha riconosciuto: dobbiamo esportare di più, dobbiamo esportare il meglio perché "all’estero si vendono le Ferrari non le Fiat", vendere all’estero per dare reddito agli agricoltori italiani. Qui Marini ha ragione perché ha capito il dramma che sta attraversando l’Europa e l’Italia dentro all’Europa: nel mondo crescono i ricchi, da noi crescono i poveri. Un appuntamento utile? Interessante sì. Uno show soprattutto. E gli show di questi tempi servono per tirare su il morale che in troppe aziende è a terra.

Antonio Felice

 

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