Purtroppo piove sul bagnato. La nuova ondata di maltempo che ha colpito l’Italia e in particolare la Toscana rischia di ingrossare i danni alle campagne. C’è preoccupazione soprattutto per la provincia di Grosseto, già duramente colpita dalle alluvioni dell’11 e 12 novembre scorsi che hanno allagato interi campi coltivati e devastato serre, magazzini di conservazione e trasformazione alimentare.
Ma c’è preoccupazione per tutto il Centro-Nord e anche per Campania e parte della Puglia, interessate in questo momento da piogge fortissime e venti impetuosi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che sta monitorando la situazione attraverso le sue sedi territoriali. Il terribile week-end di piogge di quindici giorni fa ha compromesso gravemente le attività agricole delle aziende toscane, con danni stimati tra i 350 e i 400 milioni di euro: banchi di muggini e anguille della laguna di Orbetello finiti in mare, centinaia di ettari coltivati a pomodoro di Albinia affogati nel fango, e poi macchinari distrutti e campi appena seminati a cereali spazzati via. Vigneti e frutteti di pregio nella Val di Chiana seriamente rovinati. Strade di campagna completamente cancellate da frane e smottamenti. Un vero disastro.
E ora -sottolinea la Cia- questa nuova eccezionale perturbazione rischia di dare il colpo di grazia a un settore vitale per la regione. Ecco perché ora non basta la dichiarazione dello stato di calamità. C’è bisogno di un intervento straordinario. Davanti a tanta distruzione è necessaria non soltanto una proroga immediata delle scadenze fiscali, contributive e dei mutui ma -conclude la Cia- bisogna anche pensare all’opportunità di rivedere le regole del patto di stabilità interno, almeno per le opere che servono a mettere in sicurezza le persone, quelle sul dissesto idrogeologico e quelle per ricostruire il tessuto economico, a cominciare proprio dall’imprenditoria agricola.