Piogge violente e tardive associate a temperature elevate stanno condizionando negativamente l’apertura della stagione del carciofo in Sardegna. I coltivatori lamentano i deprezzamenti del prodotto commerciale in quanto il clima sta influendo sulle sue caratteristiche merceologiche: pianta molto ramificata, capolini piccoli, irregolarità sullo sviluppo.
La domanda di prodotto nelle principali piazze ha subito nelle ultime settimane forti rallentamenti e si teme che i prezzi possano diminuire al punto di non remunerare i costi di produzione. L’allarme arriva dalla Coldiretti che parla di "situazione che potrebbe diventare drammatica se si pensa che i costi di trasporto, confezionamento, mediazione e facchinaggio dei carciofi incidono per il 50%, per cui i ricavi dei produttori si riducono a pochi centesimi per capolino".
A tale situazione – si legge in una nota – si aggiungono i maggiori costi di produzione, che sono saliti di circa il 30% facendo assottigliare ulteriormente la remunerazione per l’imprenditore.
In Sardegna il carciofo rappresenta la principale produzione orticola con fatturati che arrivano sino a 120 milioni di euro e produzioni di 480 milioni di capolini. I produttori, che sono oltre 3.000, minacciano di estirpare le produzioni in corso in quanto i ricavi non coprirebbero i costi.