MALTEMPO, NEL SENESE DANNI AL 70% DELL’ORTOFRUTTA

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Danni di migliaia di euro per l’agricoltura senese. Coldiretti Siena stima i danni provocati dagli allagamenti ai terreni, alle colture e agli allevamenti. La situazione peggiore è nella Val di Chiana senese, dove coloro che avevano già seminato hanno perso tutto. Ancora peggiore la situazione dell’ortofrutta, con danni che oscillano tra il 60% e il 70%.

Sempre in Val di Chiana pesanti criticità anche per la tabacchicoltura anche se, per fortuna, la raccolta era quasi al termine a differenza della raccolta delle olive ferma in questi giorni a causa della pioggia e interdetta fino a quando le piante non saranno più bagnate.

Migliore la situazione in Val d’Orcia dove per ora non ci sono danni alle colture se non nelle zone a ridosso dei torrenti, diversa la situazione per la zootecnia soprattutto nei comuni di Radicofani, Castiglion d’Orcia e Abbadia San Salvatore dove, a causa del maltempo, ci sono problemi per l’approvvigionamento dei prodotti per l’alimentazione del bestiame. Il maltempo come prima conseguenza porterà al ritardo delle semine soprattutto nei terreni che contano anche 50-60 centimetri di acqua registrati nelle campagne di Abbadia di Montepulciano.

"Il maltempo e le conseguenti preoccupazioni degli agricoltori – spiega Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena – vanno a sommarsi ad un’estate 2012 caratterizzata da caldo e siccità, che hanno causato gravi danni alle produzioni in campo, dal girasole al mais: cambiamenti climatici dinanzi ai quali occorre una nuova politica di prevenzione del danno, a partire dal meccanismo delle assicurazioni. È importante rilanciare i consorzi di difesa come strumenti di coordinamento tra le aziende e la pubblica amministrazione e favorire gli strumenti di copertura assicurativa. L’agricoltura paga il prezzo della mancanza di una politica territoriale che ha favorito l’abbandono della terra. E’ fondamentale alzare la guardia contro il rischio di un aumento delle importazioni di materie prime di diversa qualità da spacciare come ‘made in Italy’. Il maltempo di mostra ancora una volta quanto sia indispensabile stringere le maglie della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata".

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