“FLY TO BASILICATA”, “BUYER ESTERI INTERESSATI ALLA NOSTRA ORTOFRUTTA”

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Fari accesi sulla Basilicata, primo produttore italiano di fragole. Ecco alcuni feedback delle visite dei buyer stranieri nel corso dell’evento di incoming collaterale al Macfrut, ‘Fly to Basilicata”, ideato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Braia (nella foto), in collaborazione con Cesena Fiere e Ice.

La missione ha messo in luce il ruolo strategico e le potenzialità che questa regione può rivestire per l’export ortofrutticolo del sud Italia e insieme la necessità di accelerare i negoziati sugli scambi commerciali sino-italiani accordando la priorità a nuovi dossier come quello sull’uva da tavola.

Secondo i dati elaborati dal Cso, il Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara (in allegato i dati nel dettaglio), la Basilicata oltre ad essere il primo produttore di fragole del Paese (circa 13mila tonnellate) è anche la principale regione produttrice di pesche del Meridione (oltre 47mila tonnellate) la terza per produzione di arance, clementine e mandarini (rispettivamente 105mila, più di 20mila e circa 12mila tonnellate) mentre per l’uva da tavola è il quinto produttore nazionale con circa 13mila tonnellate l’anno.

Complessivamente stiamo parlando di un polo produttivo da 290mila tonnellate di frutta e oltre 335mila di verdura situato all’interno di un hub logistico in costruzione (Ferrandina) e vicino ai due porti chiave del Sud Italia, ossia Gioia Tauro e Taranto che, peraltro è in fase di ‘upload’.

I buyer stranieri – ci ha spiegato Braia all’indomani della visita – si sono stupiti per gli elevati standard delle nostre tecniche colturali, per l’attenzione che diamo alla sostenibilità ambientale, ad esempio con un’accurata gestione della risorsa idrica e per le tecnologie della lavorazione negli stabilimenti. In particolare grande interesse c’è stato intorno alla nostra fragola e alla qualità dei terreni in cui viene coltivata. Tutte caratteristiche che stanno destando grande attenzione da parte del mercato globale”.

I primi container di fragola Sabrosa a marchio Candonga commercializzata con brand Solarelli sono già sbarcati a Hong Kong in questi giorni (leggi news) grazie al nuovo packaging attivo studiato insieme a Bestack che estende la shelf-life con l’impiego di oli essenziali e grazie al sistema di pallet ad atmosfera modificata che corroborano la forte vocazione all’export di questa eccellenza made in Italy.

“Sul prodotto fragola – continua Braia – è fondamentale sviluppare delle tecnologie sul trasporto anche se, va detto, una delle caratteristiche della Candonga è la sua capacità di durare. Quello che ci interessa è aprire nuovi scenari per i nostri produttori e in questo, la missione ha prodotto dei risultati. In alcuni casi si è conclusa con la firma di contratti con alcuni buyer austriaci, svedesi e danesi per l’acquisto di ortaggi”.

assofruit cina 1Tra le Op del territorio che ha ospitato la delegazione di buyer stranieri (in questo specifico caso due cinesi ed un cileno), c’è stata Assofruit Italia che ci segnala la forte attenzione degli operatori asiatici per tutte le coltivazioni, dalla fragola ai piccoli frutti, all’uva e agli agrumi. “I cinesi – ci spiega Francesco Nicodemo, presidente Assofruit Italia – hanno manifestato grande interesse per i nostri agrumi e kiwi che, al momento, sono gli unici prodotti che hanno avuto il via libera dagli accordi bilaterali sugli scambi commerciali Italia-Cina. Ma quello che va segnalato è anche il grande appeal che ha per loro la nostra uva da tavola che peraltro ha una stagionalità che arriva a sei mesi. In considerazione della forte crescita della domanda di questo prodotto in Cina che pone concrete prospettive di export per i nostri produttori, sarebbe auspicabile aprire al più presto un dossier e dare priorità assoluta alla definizione di questo protocollo bilaterale nell’agenda del Mipaaf. Sono certo” – continua Niodemo – “di poter parlare a nome delle 84 aziende produttrici di uva tavola socie di Assofruit per un totale di 1.580 ettari, e certo di interpretare appieno il pensiero delle centinaia di aziende di Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia nel chiedere a gran voce che venga data priorità al protocollo per l’export di uva da tavola in Cina anche se questo significasse rimandare ad un momento successivo il protocollo di prodotti con superfici inferiori come ad esempio le pere”.

assofruit cina 2Inoltre la notizia di pochi giorni fa, della chiusura positiva del protocollo agrumi con la Cina, giunge a fagiolo dati i grandi volumi prodotti in regione.

“I buyer, specie quelli nord europei – ha spiegato Tonino Rubolino, responsabile di area per Apofruit – hanno mostrato grande interesse per le produzioni agrumicole biologiche che rappresentano il 25% della nostra produzione”.

Per Apofruit, l’anello di congiunzione tra la grande disponibilità di volumi di agrumi e la finestra aperta sull’export che l’evento di incoming ha aperto, sta proprio nella nascente (e crescente a ritmi sostenuti) filiera regionale del kiwi che, grazie al gruppo Origine, di cui l’Op fa parte, ha già dei canali commerciali aperti con il mercato cinese.

“Ogni anno – ci spiega Ilenio Bastoni, direttore di Apofruit e presidente di Origine – inviamo più di 100 container verso l’estremo Oriente dove abbiamo contatti commerciali a Hong Kong, Shanghai e Taiwan. Destiniamo all’export il 75% della nostra produzione nazionale di kiwi. In questo senso la Basilicata riveste un ruolo strategico per tutte le nostre produzioni del sud e non solo di actinidia. In funzione di questo ruolo, stiamo spingendo per l’ampliamento delle superfici di kiwi che, negli ultimi tre anni sono state raddoppiate anche grazie alla qualità del prodotto che in questa regione esprime interessanti livelli di sostanza secca. Una volta raggiunto il livello di volumi ottimale, potremo iniziare anche a ragionare in termini di nuovi impianti e di strutturare un polo logistico importante come quello di Aprilia. Ma sono valutazioni che inizieremo a fare tra qualche anno”.

Mariangela Latella

 

Leggi qui i dati elaborati dal Cso relativi alla Basilicata “ortofrutticola”

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