CONTROLLI ANTIMAFIA INSUFFICIENTI: COMMISSARIATE 4 DIREZIONI DI LIDL

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Per carenza di controlli adeguati (su fornitori), Lidl rischia di agevolare attività legate alla mafia. Per questo motivo, quattro direzioni italiane di Lidl sono state sottoposte ad amministrazione giudiziaria. La richiesta è scattata su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano in un’operazione che tra l’altro ha visto i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese e personale della Squadra Mobile della Questura di Milano impegnati a eseguire 15 ordini di custodia cautelare spiccati nei confronti di persone accusate a vario titolo di far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei Laudani o “Mussi i ficurinia”.

In particolare sono state poste in amministrazione giudiziaria quattro direzioni generali della nota catena tedesca di discount, presente con successo in Italia da molti anni e i cui punti vendita nel nostro Paese sono 550 (10 mila nel mondo distribuiti in 26 nazioni). La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano ha accolto la richiesta dei pm di ordinare per sei mesi l’amministrazione giudiziaria di quattro direzioni generali della catena distributiva: Volpiano (base torinese per 51 filiali in Piemonte, Valle d’Aosta e parte di Liguria), Biandrate (base novarese per 68 filiali in Piemonte e Lombardia), Somaglia (base lodigiana per 62 filiali in Lombardia e parte dell’Emilia Romagna), e Misterbianco, base catanese per 33 filiali in Sicilia e 8 a Malta, oltre che per la nuova piattaforma logistica, una delle più grandi della galassia Lidl con i suoi 44.000 metri quadrati di superficie.

Lidl non è indagata come società, né opera in modo illecito, ma – secondo i magistrati che utilizzano questo istituto previsto dal secondo comma dell’articolo 34 del decreto legislativo n. 159/2011 – la carenza di controlli interni ha fatto sì che l’attività imprenditoriale finisse per agevolare colposamente esponenti mafiosi. La finalità dell’amministrazione giudiziaria decisa dal presidente Fabio Roia e dai giudici Veronica Tallarida e Ilario Pontani non è infatti reprimere ma prevenire, cioè contrastare la contaminazione mafiosa di imprese sane, sottoponendole a controllo giudiziario appunto per sottrarle all’infiltrazione criminale e restituirle il più rapidamente possibile al libero mercato una volta depurate dagli elementi inquinanti.

In diverse località di Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia inoltre sono in corso di esecuzione in questi giorni oltre 60 perquisizioni e sequestri preventivi di beni immobili, quote sociali, disponibilità finanziarie e ordinanze di amministrazione giudiziaria nei confronti di società operanti oltre che nel settore della grande distribuzione, anche della vigilanza e della sicurezza privata.

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