PERE, FERRI: “LA GDO DEVE ASSEGNARE ADEGUATI PREZZI ALLA PRODUZIONE”

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Quest’anno ci saranno poche pere sul mercato, anzi pochissime. Un raccolto che in alcune zone sarà quasi dimezzato rispetto al 2011 e con pezzature piuttosto piccole. Non mancano i commenti preoccupati di diversi operatori in merito alle consueguenze negative che tale fenomeno potrebbe avere sull’annata. Tra questi c’è Gabriele Ferri (nella foto), direttore generale di Naturitalia.

“I cali registrati sono preoccupanti. Rispetto al 2011 – conferma Ferri al Corriere Ortofrutticolo – stimiamo un -40% e un -15-16% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Il dato che complica notevolmente le cose è quello dei calibri, nettamente inferiori alla media”.

“Sull’Abate per esempio – spiega il direttore di Naturitalia – i quantitativi con calibri sotto il 65 sono poco più di un quarto (26-27%). Con i prezzi fatichiamo a creare reddito ai produttori. Vorremmo che le quotazioni aumentassero ma il mercato fatica a recepire gli input che arrivano dalla produzione. Il prodotto ad ogni modo è di alta qualità”.

Ma il leitmotive rimane quello: “La gdo deve rendersi conto della bassissima produzione e dare l’adeguato valore e prezzo alla produzione”. “Mancando prodotto in tutta Europa si spera che la richiesta sia più alta – aggiunge Ferri – anche sui calibri piccoli”.

Secondo il manager emiliano-romagnolo nonostante la scarsità di prodtto la disponibilità di pere non dovrebbe essere un problema, “almeno fino ad aprile, mentre si potranno avere delle difficoltà a maggio. Ciò che conta però sarà il prezzo, su cui serve maggiore attenzione rispetto alle annate passate. Assisteremo a una forte pressione sulla merce con calibri più piccoli. Il rischio è che non ci sia una giusta remunerazione dei produttori che invece vanno difesi. Tuttavia con una giusta informazione alle catene della grande distribuzione sono convinto si possano ottenere comunque buoni risultati".

"L’importante – conclude Ferri – è non pensare a pressare il mercato europeo ma andare alla ricerca di nuovi mercati extra Ue. In particolar modo sull’Abate si devono portare avanti iniziative che ne incentivino l’esportazione sui mercati emergenti, a partire dall’Asia. Quest’annata può essere la giusta occasione per preparare il terreno per le prossime stagioni in cui, grazie anche al contributo dell’Oi pera, si potrà davvero creare un sistema Italia in grado di esportare la nostra pera”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

 

Nel numero di ottobre del Corriere Ortofrutticolo ampio servizio dedicato alle pere

 

 

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