VERONA: LA SPERIMENTAZIONE FRUTTICOLA SEPOLTA DALLA SPENDING REVIEW

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La sperimentazione ortofrutticola a Verona sta per essere definitivamente sepolta dalla spending review con cui devono fare i conti gli enti pubblici? Possibile che il futuro ortofrutticolo della “capitale verde d´Europa” debba dipendere in toto da istituti extraregionali come quelli del Trentino-Alto Adige o dell´Emilia-Romagna?

Questi sono due interrogativi che circolano con insistenza nel mondo agricolo scaligero. L´Istituto sperimentale di frutticoltura e viticoltura di San Floriano (proseguimento dello storico Istituto sperimentale di frutticoltura che aveva la sua sede a Verona in Borgo Roma) è dato con il piede nella fossa, causa mancanza di finanziamenti.

Alla luce dei tagli governativi, è ritenuto troppo oneroso per la Provincia sostenerne il funzionamento. Per di più, così com´è, l´Istituto soddisferebbe solo in parte la domanda di ricerca delle organizzazioni agricole. Le aspettative sono di un suo potenziamento. Si guarda a Venezia per riconoscimento del ruolo e finanziamenti.

Fuori discussione accettare passivamente che Verona diventi “colonia” dai centri di ricerca di Laimburg, in provincia di Bolzano, o di Forlì, che già collabora con la Provincia quanto a miglioramento genetico della fragola. Damiano Berzacola e Claudio Valente, il primo presidente della Coldiretti provinciale, il secondo del Consorzio agrario lombardo-veneto, rivendicano un posto al sole per la ricerca ortofrutticola veronese.

"La valenza agricola di Verona è nota a tutti", dice Berzacola. "Come è certo che, stante alle attuali risorse della Provincia, l´istituto sperimentale di San Floriano chiuderà i battenti. Ma ciò non ci va bene perché Verona è diventata grande in campo agricolo grazie a quattro istituti professionali, alla facoltà universitaria di vitivinicoltura, alla professionalità del comparto. Quindi s´impone una sperimentazione davvero efficiente anche a vantaggio di tutto il Veneto, perché clima e composizione del terreno di Lainbung o di Forlì poco hanno da spartire con il Veronese".

Valente sottolinea come l´assessore regionale all´Agricoltura Franco Manzato abbia annunciato l´idea d´attivare proprio a Verona il polo ortofrutticolo regionale. "In questa prospettiva ci sarebbe da gridare vendetta se non avessimo un centro di sperimentazione al passo coi tempi e che rivalutasse le figure professionali esistenti, collegato all´Osservatorio per le malattie delle piante". Valente prosegue giudicando indispensabile "mettere insieme tutto quanto c´è a Verona per raggiungere l´obiettivo. Lo stesso Consorzio agrario di cui sono presidente potrebbe dare una mano affiancando lo sforzo della Provincia. I numeri del prodotto lordo vendibile veronese giocano a nostro favore".

Berzacola, che siede anche nella giunta della Camera di commercio, conclude annunciando che si farà promotore di un tavolo provinciale nel tentativo di dare a Verona una degna sperimentazione. Intanto l´assessore provinciale all´Agricoltura Luigi Frigotto non si sbilancia: annuncia che il tema è all´ordine del giorno della prossima giunta.

E l´assessore regionale all´Agricoltura Manzato dice: "Facciamo il possibile per salvare tutto, compatibilmente coi continui tagli governativi. La sperimentazione veronese ha tutto il nostro appoggio politico". Con 10,5 milioni di quintali e il 20% della produzione regionale, Verona si colloca indiscutibilmente al primo posto in Veneto per produzione ortofrutticola. Tra le colture di spicco c´è il melo (4.685 ettari), il pesco (3.100 ettari, nettarine incluse), il pero (1.559 ettari), l´actinidia (2.400 ettari), la fragola (500 ettari sotto tunnel, con doppio raccolto primavera-autunno), il ciliegio (1.808 ettari, il 10% delle ciliegie nazionali e il 70% delle venete), l´ulivo (da 3.642 ettari viene l´88% dell´olio regionale). (fonte: L’Arena)

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